di GIOVANNI PEREZ – Quest’ anno, andando in vacanza al mare ho notato alcuni notevoli cambiamenti. In primo luogo la spiaggia: è stata completamente privatizzata, compresa quella striscia di battigia che i professori, quando studiavo giurisprudenza, mi avevano insegnato: e cioè che i primi 30 metri di spiaggia, iniziando dalla linea del mare, sono un bene demaniale inalienabile dello Stato. Ebbene, stando alla realtà, lo Stato ha ceduto per un pugno di euro alle capitanerie di porto i diritti sulle spiagge. A loro volta le singole capitanerie hanno ceduto, ovviamente dietro compenso, i diritti ai Comuni, ai quali non è parso vero di affittare ai privati tutte le spiagge, compresi quei famosi 30 metri che, nella maggioranza dei casi, non possono neppure essere percorsi a piedi da chi non ha pagato il relativo pedaggio.
Ma, ho chiesto, tutto ciò è lecito? La risposta è stata eloquente. A parte qualche reazione di chiara insofferenza qualche interlocutore ha allargato le braccia in segno di rassegnazione, rispondendomi: che cosa ci vuol fare, lo Sato ha bisogno di soldi.
Passando ad un altro argomento, quest’anno la solita spiaggia era popolata da una folla di bambini festanti e felici, tutti di una età tra i due ed i quattro anni. I classici ragazzini intorno ai 10 anni, maniaci del pallone, sembrano misteriosamente scomparsi così come i giovanottoni dallo sguardo languido perennemente a caccia di “prede” non importa di che nazionalità. Evidentemente delusi dalla presenza di pacifiche madri con prole al seguito, oggi questi ragazzoni sono attratti da altre spiagge più ricche di discoteche e di ragazze, dove magari si può anche acquistare un po’ di “fumo”.
Comunque, ritornando ai piccini, simpaticissimi e insolitamente loquaci, un particolare mi ha colpito: contrariamente al passato i bambini di oggi non si cercano per giocare tra loro, ma si ignorano completamente, spesso alle prese con lo smartphone: preferiscono tiranneggiare i nonni, ben felici di essere loro schiavi ; solo che ignorano il rischio di creare degli egocentrici solitari, insofferenti verso i loro simili.
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