In vacanza a New York, erano diretti alle cascate del Niagara. Ma la gita dopo appena 120 chilometri è finita in tragedia per un gruppo di 14 turisti italiani e la loro guida: il bus su cui viaggiavano è stato travolto da un tir, e nell’impatto sono morte almeno tre persone, tra cui l’autista, che dovrebbe essere americano. Ci sono una decina di feriti, di cui alcuni “in gravi condizioni”, ha fatto sapere la Farnesina. Media locali parlano di quattro persone in condizioni critiche. La scena che si è presentata ai primi soccorritori è stata definita “apocalittica”. La parte frontale del pullman ridotta ad un groviglio di lamiere, le urla dei passeggeri rimasti intrappolati all’interno. “Un inferno”, ha raccontato un automobilista accorso per dare aiuto. Alcuni dei feriti a più di due ore dall’incidente erano ancora incastrati tra i rottami. Molti di loro quando sono stati soccorsi erano privi di sensi. Tutti sono stati ricoverati nei tre più vicini ospedali. Alcuni, quelli in condizioni critiche, trasportati con l’elicottero.
L’incidente è avvenuto sulla trafficatissima Interstate 380, nella regione della Pocono Mountain, verso le 10 del mattino ora locale. Il bus era partito da New York verso le 7.30, dopo che i turisti – che facevano parte di un gruppo Alpitour partito da Milano – avevano lasciato i rispettivi alberghi. A provocare la tragedia, secondo una prima ricostruzione, un lungo autoarticolato che avrebbe improvvisamente attraversato la carreggiata tagliando la strada al pullman. Quest’ultimo appartiene alla società Academy Bus, il cui portavoce ha assicurato sulla lunga esperienza dell’autista, con almeno dieci anni di guida alle spalle. Il tour operator è invece italiano: Viaggidea, controllata di Alpitour e specializzata in gite in pullman che partono dalla Grande Mela o dal New Jersey per raggiungere le cascate del Niagara e il Canada. Sullo stato di salute degli italiani coinvolti nell’incidente, così come sulla loro provenienza, non ci sono ancora notizie precise. Un referente del tour operator è al lavoro a New York per coordinare l’assistenza, così come sta facendo la centrale operativa in Italia.
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