Torna l’ambasciatore italiano al Cairo (è Giampaolo Cantini), ma la ricerca della verità su Giulio Regeni non si ferma

“Alla luce degli sviluppi registrati nel settore della cooperazione tra gli organi inquirenti di Italia ed Egitto sull’omicidio di Giulio Regeni, di cui fa stato il comunicato congiunto emesso oggi dalla Procura della Repubblica di Roma e dalla Procura Generale de Il Cairo, il Governo italiano ha deciso di inviare l’ambasciatore Giampaolo Cantini (foto) nella capitale egiziana, dopo che – l’8 aprile 2016 – l’allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma per consultazioni”. Con questa  nota della Farnesina è stata data ieri la  notizia della ripresa della presenza diplomatica italiana in Egitto, che era stata interrotta nell’aprile del 2016 di fronte alla grave reticenza dimostrata dal governo e dalle autorità giudiziarie egiziane nel fornire convincenti chiarimenti sull’atroce morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, fermato dai servizi segreti egiziani e fatto trovare cadavere alcuni giorni dopo ai bordi una strada della capitale egiziana con i segni di una massacrante tortura, tipica dei metodi di quella polizia.

La reazione dei genitori di Regeni. La notizia è stata accolta con sdegno dai genitori di Regeni, i quali vi hanno visto un cedimento del governo italiano e una rinuncia alla ricerca della verità sulle responsabilità per l’assassinio del loro giovane figlio. E lo hanno detto in questa nota su Facebook firmata dalla mamma del ricercatore, Paola Deffendi: “La famiglia Regeni esprime indignazione per le modalità, la tempistica ed il contenuto della decisione del Governo italiano di rimandare l’ambasciatore al Cairo. Ad oggi, dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi è stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio. Solo quando avremo la verità l’ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità”.

La precisazione di Alfano. Perciò il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, si è affrettato a diffondere la seguente dichiarazione: “L’impegno del Governo italiano rimane quello di fare chiarezza sulla tragica scomparsa di Giulio, inviando al Cairo un autorevole interlocutore che avrà il compito di contribuire, tramite i contatti con le autorità egiziane, al rafforzamento della cooperazione giudiziaria e, di conseguenza, alla ricerca della verità. In qualità di rappresentante della Repubblica italiana – conclude il titolare della Farnesina – l’Ambasciatore Cantini curerà gli interessi nazionali in Egitto e la nostra importante comunità in quel Paese”.

L’ulteriore precisazione della Procura romana. Anche dalla Procura della Repubblica di Roma è arrivata una puntualizzazione attraverso un comunicato congiunto con quella del Cairo: “Nell’ambito della collaborazione nelle indagini sull’omicidio di Giulio Regeni, vi è stato un colloquio telefonico nella mattinata di oggi tra il procuratore generale della Repubblica Araba d’Egitto e il Procuratore della Repubblica di Roma. Il Procuratore Sadek ha voluto condividere gli ultimi sviluppi investigativi compiuti dal team investigativo egiziano a seguito del sesto incontro tra le delegazioni dei due uffici avvenuto nel maggio scorso”. “In particolare – si spiega nella nota – sono stati nuovamente ascoltati, come richiesto dalla procura di Roma tutti i poliziotti che hanno avuto un ruolo negli accertamenti seguiti alla denuncia del capo dei sindacati indipendenti degli ambulanti del Cairo; la consegna di quanto raccolto alle autorità italiane è stata completata in data odierna. Il procuratore Sadek ha poi rappresentato, che – come già preannunciato sempre nel maggio scorso – è stata poi effettivamente affidata ad una società esterna l’attività di recupero dei video della metropolitana. Attività che inizierà nel mese di settembre con una riunione tra la società e la Procura egiziana e a cui saranno invitati a partecipare anche rappresentanti della Procura di Roma”.

Nel corso della telefonata, si precisa,  il Procuratore Giuseppe Pignatone ha ringraziato per il lavoro fatto, che segna un ulteriore passo avanti nella collaborazione; è stato concordato un nuovo incontro tra i due uffici da organizzarsi dopo la riunione di settembre per fare assieme il punto della situazione e confrontarsi su quanto sin qui raccolto e sui possibili ulteriori sviluppi investigativi. Entrambe le parti hanno infine assicurato che le attività investigative e la collaborazione continueranno fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato al sequestro, alle torture e alla morte di Giulio Regeni.

Rassicurazione di Gentiloni.  Infine è arrivata una dichiarazione di Paolo Gentiloni: “L’Ambasciatore italiano al Cairo avrà, tra l’altro, il compito di contribuire alla azione per la ricerca della verità sull’assassinio di Giulio Regeni. Una ricerca su cui prosegue la collaborazione tra le Procure dei due paesi, come chiarito oggi dal Procuratore Pignatone. Un impegno al quale non rinunceremo, come ho confermato anche oggi ai genitori di Giulio Regeni”.

Dopo queste precisazioni la dichiarazione della mamma di Regeni è stata cancellata dal profilo Facebook. Il che non significa che i genitori di Giulio allenteranno di un millimetro la loro battaglia perché i responsabili della sua atroce morte siano chiamati a risponderne.

 

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