Tornati liberi (con obbligo di firma) Raffaele Marra e il costruttore Scarpellini

Tornano liberi Raffaele Marra, il funzionario del Campidoglio che la sindaca Raggi, ignara dei suoi precedenti, aveva scelto come stretto collaboratore, e l’imprenditore Sergio Scarpellini: entrambi   si trovavano agli arresti domiciliari dopo alcuni mesi trascorsi in carcere con l’accusa di corruzione per fatti che risalgono agli anni in cui al vertice dell’amministrazione comunale di Roma c’era il sindaco Alemanno. Lo hanno deciso i giudici della II sezione penale, che hanno disposto per Marra e per Scarpellini l’obbligo di firma quotidiano. Nei confronti degli imputati, inoltre, i giudici hanno imposto anche l’interdizione per un anno dai pubblici uffici e il divieto di espatrio.

Raffaele Marra, nel corso dell’esame nel processo, parlando davanti ai giudici della II sezione penale, ha detto: “L’essere arrestato mi ha distrutto, mi ha devastato, perché io sono sempre stato un servitore dello Stato”. Marra ha spiegato che nel 2016 non voleva rientrare dall’aspettativa in cui si trovava da alcuni mesi ma “la Raggi mi chiedeva di darle una mano, mi hanno scongiurato di rientrare”. E proprio la Raggi, potrebbe essere sentita come testimome il 19 settembre. In base a quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Alessandro Mancori, che era presente oggi in udienza al processo, “la sindaca, se chiamata, dovrà presentarsi in aula e rispondere a tutte le domande in quanto non c’è alcun collegamento tra questo processo e l’indagine sulle nomine in Campidoglio in cui risulta indagata per falso e abuso d’ufficio”.

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