TROPPA GRAZIA, SAN MATTEO!

di SERGIO SIMEONE* – Penso che tutti conoscano l’aneddoto da cui tre origine il detto “Troppa grazia sant’Antonio”. Ad ogni buon conto lo riepilogo brevemente. Si narra di un mercante che, arricchitosi, volle comprare un cavallo. Ma per quanti tentativi facesse non riusciva a saltare in groppa all’animale. Allora pregò Sant’Antonio di dargli la forza per effettuare l’operazione. Ma quando fece il nuovo tentativo lo fece con tanto vigore che saltò oltre la groppa del cavallo e finì a terra dall’altra parte dell’animale. Fu allora che rivolse il rimprovero al santo: «Troppa grazia sant’Antonio!»

Qualcosa del genere è successa a Matteo Salvini. Avendo intravisto il nuovo cavallo della paura, il coronavirus, ha subito pensato di saltargli in groppa. Ha preso lo slancio, dopo aver invocato qualcuno dei santi con i quali mostra di avere grande familiarità quando fa i comizi, ed ha cominciato a lanciare i suoi proclami. Ma il santo deve avergli dato eccessivo vigore  ed il nostro ha finito per andare oltre misura: occorre   blindare i confini del Paese e bloccare gli ingressi in Italia per terra, per mare e per aria.

Qualcuno, probabilmente dalle parti di Confindustria, deve avergli fatto notare che già con i blandi (secondo Salvini) provvedimenti del governo  venivamo guardati come appestati dal resto del mondo con grave danno per la nostra economia, a partire dal turismo. Figuriamoci cosa sarebbe successo se ci fossimo auto ghettizzati, come proponeva il capitano.

Ecco allora la marcia indietro: il capitano ci è apparso durante l’ultima puntata di Propaganda live (su La7), in un filmato mentre con  faccia di tolla ed un sorriso accattivante (come può esserlo quello di una iena ridens) implorava l’universo mondo  di venire in Italia, che è un Paese bellissimo.

Quanto poi i leghisti siano capaci di rassicurare  la pubblica opinione mondiale e di rinsaldare i rapporti di amicizia con gli altri popoli lo hanno dimostrato i due governatori Fontana e Zaia: il primo mostrandosi in mondovisione con la mascherina, come a dire ormai siamo un grande lazzaretto, ma niente paura, stiamo per assumere un cospicuo numero di monatti; il secondo offendendo un grande Paese come la Cina, depositario di una civiltà millenaria, descritto come popolato di mangiatori di topi vivi.

Ma pur dopo queste prove lampanti di insipienza politica Matteo Salvini ha avuto la faccia tosta di offrire il sostegno della Lega ad affrontare l’emergenza all’interno di un “governo istituzionale”. Al che Conte ha risposto: no, grazie, siamo già abbastanza  sgarrupati per conto nostro. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una spinta per precipitare nel burrone.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil

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