Trovato il terzo appartamento che Messina Denaro usava come “covo” a Campobello di Mazara. Trovato anche un taccuino con nomi di possibili fiancheggiatori della sua lunga latitanza

Sempre in seguito alle indagini guidate dal procuratore della Repubblica, Maurizio de Lucia, e dall’aggiunto Paolo Guido, la Polizia di Stato ha scoperto un altro “covo” – il terzo in 48 ore –  in cui ha vissuto il boss Messina Denaro: è un appartamento che si trova sempre a Campobello di Mazara, nel Trapanese.  L’appartamento è adesso in vendita ed è stato trovato vuoto

Indagini sono in corso per identificarne il proprietario. Il terzo covo di Matteo Messina Denaro è un appartamento vuoto, in cui il boss abitava prima di trasferirsi nella casa di vicolo San Vito, sempre a Campobello di Mazara. La Polizia di Stato è riuscita ad arrivare al covo attraverso chi gli ha fatto il trasloco per andare nella casa in cui ha vissuto fino a pochi giorni fa. Adesso verranno comunque effettuati controlli per verificare se nell’immobile ci siano stanze segrete.

 Tra i reperti rinvenuti e sequestrati nel “rifugio” utilizzato da Matteo Messina Denaro in via CB 31 a Campobello di Mazara c’è anche un “taccuino mastro”, dal quale si possono individuare fiancheggiatori e favoreggiatori di cui ha potuto usufruire il latitante e da cui emergerebbe una fitta rete di relazioni, anche sentimentali, che il mafioso avrebbe intrattenuto negli ultimi mesi. Alcuni appunti risalirebbero fino al 2016.

Proseguendo le ispezioni in via CB 31 gli investigatori hanno trovato anche  un “ambiente occultato” in cui c’era altra documentazione, tra cui una serie di “pizzini” con nomi, numeri di telefono, spese di viaggio. Nel secondo “covo” – in via Toselli – hanno terminato i rilievi scientifici nel vano blindato, nascosto da una porta blindata e occultato da un armadio, alla ricerca di tracce organiche e impronte digitali. L’esito non è ancora stato consegnato ma alcune impronte sarebbero state rilevate e si attende il riscontro.

Intanto il gip Fabio Pilato ha convalidato l’arresto dell’autista Giovanni Luppino,  che accompagnava Mattia Messina Denaro, partendo dal presupposto che chi porta in giro una figura di spicco di una organizzazione criminale come quella mafiosa è necessariamente soggetto di assoluta fiducia della persona accompagnata, come scrivono i pm della Dda di Palermo.

Intanto la cronaca deve registrare che è slittata la prima seduta di chemioterapia nel carcere dell’Aquila (dove Matteo Messina Denaro è stato collocato dopo l’arresto): era tutto pronto nella stanza dove sarà curato, proprio di fronte alla sua cella in modo da limitare potenziali contatti con altri detenuti, ma all’ultimo momento il boss avrebbe richiesto un ulteriore intervento del medico. In carcere è quindi tornato il professor Luciano Mutti, primario del reparto a gestione universitaria dell’ospedale de L’Aquila, che lo ha visto oggi per la seconda volta. Secondo quanto si è appreso, sono ancora in corso di approfondimento da parte dei medici del reparto di oncologia dell’ospedale dell’Aquila le valutazioni di documentazione medica in possesso del paziente, risultati di nuovi esami e ulteriori verifiche per stabilire, a questo punto, quando effettuare la somministrazione di chemioterapia.

Infine da segnalare oggi che i  Carabinieri del Ros hanno perquisito l’abitazione della madre di Andrea Bonafede, il geometra del cui nome si serviva Messina Denaro per coprire la propria identità e il cui appartamento è stato posto sotto sequestro.

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