I dazi decisi da Trump sulle importazioni negli Stati Uniti di acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico scatteranno dalla mezzanotte di Washington. Lo ha annunciato il segretario al commercio Usa Wilbur Ross. Il presidente americano ha motivato così la sua decisione: «I prodotti di acciaio e alluminio importati negli Usa sono così tanti ed entrano in tali circostanze che minacciano di indebolire la sicurezza nazionale». Ma le reazioni, prima di tutto dall’Europa, son o state molto ferme.
«Questo è protezionismo puro e semplice, quindi gli Usa non ci lasciano nessun’altra scelta che l’imposizione di contromisure», ha affermato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker .
«Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare questo esito, ma gli Usa hanno voluto usare la minaccia delle restrizioni commerciali come leva per ottenere concessioni dall’Ue, questo non è il modo in cui noi facciamo affari, e certamente non tra partner, amici e alleati di lunga data»: questa la dichiarazione della commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem, che ha aggiunto: «E’ un brutto giorno per il commercio mondiale».
Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha commentato così su Twitter: «Sono molto deluso dalla decisione del presidente Trump di imporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Noi siamo al fianco dei nostri lavoratori e della nostra industria europei e risponderemo con tutti gli strumenti disponibili per difendere i nostri interessi. Le tariffe commerciali unilaterali sono sempre un gioco a somma negativa».
Ma vi sono anche commenti improntati al tentativo di sdrammatizzare, come quello del presidente di Federacciai Antonio Gozzi, il quale afferma: «I prezzi Usa dell’acciaio sono talmente alti che il nostro acciaio reggerà anche a un dazio del 25%. Fra i prezzi dell’acciaio Usa e quelli italiani su prodotti analoghi la differenza è di circa 200 dollari a tonnellata. Certo – prosegue – bisogna vedere l’andamento dei prezzi americani, se il differenziale scende ci saranno ripercussioni».
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia dichiara: «Non condividiamo ma non sottovalutiamo l’idea della difesa della industria americana. A questo punto l’Europa dovrebbe difendere l’industria europea riequilibrando le posizioni delle bilance commerciali nel mondo, partendo dalla centralità dell’industria, e in questo l’Italia – che è la seconda manifattura d’Europa – ha tutto l’interesse a costruire una grande stagione di riforme e risposte europee».
Secondo Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) «i più poveri e meno privilegiati sono quelli che risentiranno di più in caso di distruzione degli scambi commerciali. Le aziende e la società civile devono essere coinvolte sul fronte del commercio».
Le altre reazioni: Il Messico annuncia contromisure verso gli Usa. La Cina, afferma che il controllo Usa sugli investimenti è contro le regole Wto. Il Giappone si dice allarmato.
Ma dagli Usa, arriva una minacciosa risposta: «Gli Stati Uniti continueranno a combattere gli abusi di tipo commerciale», secondo il segretario al commercio Wilbur Ross , che aggiunge: «La eventuale rappresaglia non avrà un impatto significativo sull’economia Usa».
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