Tutti ar mare, tutti ar mare, a mostrar le chiappe chiare

di ENNIO SIMEONE – Ne sono passati di anni da quando la straripante Gabriella Ferri lanciò la sua canzone «Tutti ar mare, tutti ar mare, a mostrar le chiappe chiare». Ma i politici nostrani non si lasciano sfuggire l’occasione per farcela ricordare, ad ogni estate, nelle loro esibizioni balneari. Quest’anno spiccano per il loro esibizionismo – e non poteva essere diversamente – i due Matteo, quello di destra e quello di centro. Anche gli altri due (che una volta si definivano di sinistra), cioè Matteo Richetti e Matteo Orfini, spiccano, ma solo per la loro inesistenza.

Ebbene i due che spiccano – l’uno per la momentanea ascesa, Matteo Salvini, l’altro per la inesorabile discesa, Matteo Renzi – stanno occupando le cronache balneari con squallide sparate da avanspettacolo a beneficio dei cronisti da spiaggia.

Matteo Salvini lo fa esibendo, più che i muscoli, un adipe tronfio per l’accoglienza che una percentuale sempre più alta di creduloni riserva ai ricatti con cui ama  maramaldeggiare il socio del «contratto di governo». Matteo Renzi lo fa prima sbandierando una raccolta di firme a una mozione di sfiducia contro l’altro Matteo, poi ritirandola per far dispetto a Zingaretti, ma soprattutto per far parlare di sè giornali e tv che altrimenti lo ignorerebbero.

Poi c’è un terzo personaggio, che casualmente non si chiama Matteo, come meriterebbe, ma più banalmente Carlo, di cognome Calenda, il quale conquista un posticino sulla scena  annunciando: “Con 15 minuti di duro lavoro ho fuso le due petizioni per le dimissioni di Salvini: quella promossa da Renzi e quella promossa da Zingaretti“. E conclude: «Facciamo questo sforzo di unità? Daje!».

E poi ci si meraviglia se il «Cazzaro verde» (come Marco Travaglio ha ribattezzato Salvini) continua salire nei sondaggi?

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