Avrebbe pagato con la vita una lite scoppiata per motivi banali il giorno prima nel suo stand al mercato ortofrutticolo di Volla (Napoli). Giovanni Galluccio, il giovane di 23 anni morto oggi all’ospedale Loreto Mare di Napoli a causa delle ferite al torace provocate da due colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata, aveva avuto un diverbio il giorno prima con una persona che aveva urinato nei pressi della struttura che gestiva.
E sarebbe proprio questo retroscena, secondo i carabinieri, il movente alla base del regolamento di conti avvenuto questa mattina attorno alle 8 nell’area denominata California del Caan di Napoli. A fare le spese dell’agguato anche Giuseppe Serracino, 34 anni di Marano, ricoverato in prognosi riservata sempre all’ospedale Loreto Mare. Anche lui, come Galluccio, è un incensurato. Le indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e della stazione di Volla hanno portato in serata a condurre in caserma tre sospetti, i cui interrogatori sono in corso. Dalle loro testimonianze si conta di risalire alla esatta dinamica dei fatti e magari al responsabile dell’omicidio. Diverse le persone presenti al momento dell’agguato: tra queste anche il fratello del 24enne rimasto ucciso, a sua volta ferito nel tentativo di fermare l’assassino con il calcio della pistola, che si sarebbe inceppata dopo essere stata rivolta contro Galluccio e Serracino, evitando forse che il bilancio, già drammatico, potesse risultare ancora più grave.
I militari dell’Arma hanno recuperato una rivoltella a poca distanza dallo stand dove è avvenuta la sparatoria. Con ogni probabilità si tratta di quella usata per uccidere Galluccio e ferire Serracino. Segno, secondo gli inquirenti, che ad agire è stato un killer inesperto. Altrimenti – è la tesi dei militari – non avrebbe lasciato una traccia così importante a disposizione degli investigatori, che sperano di poter trovare sull’arma anche eventuali impronte digitali. Sconvolti gli altri operatori del centro agroalimentare di Volla, che puntano l’attenzione sulla scarsa sicurezza nella struttura e sull’assenza di controlli all’ingresso del Caan, fino a qualche giorno fa presieduta da Lorenzo Diana, l’ex senatore del Pd indagato nell’inchiesta sulla metanizzazione nell’Agro Aversano a seguito della quale è stato rimosso dall’incarico.
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