di RAFFAELE CICCARELLI*/ La vita degli esseri umani, del mondo, esiste in una sola forma possibile e dinamica, protesa sempre nel suo scorrere infinito in avanti. Per la prima volta in assoluto da che esiste l’uomo, il 2020 ha fatto registrare un blocco in questo fluire, tutto si era fermato a causa di una pandemia che aveva fatto temere il peggio per il genere umano stesso, e che sicuramente ne avrebbe condizionato il futuro. Era con non poca apprensione, quindi, che ci si preparava ad affrontare il 2021, che si appresta a chiudere il suo corso. Doveva essere migliore, doveva rappresentare la ripresa e molto poteva contribuire, e così è stato, lo sport, affinché questo avvenisse.
Una estate magicamente azzurra. Mai, sportivamente parlando, i nostri colori erano stati predominanti come lo sono stati nella seconda parte di quest’anno, soprattutto in quelle discipline dove la nostra tradizione vincente era nulla o quasi. Si è iniziato con la vittoria a noi più cara, da malati di calcio quali siamo, quella degli Europei, una vittoria inattesa dopo il ridimensionamento dovuto alla mancata qualificazione ai mondiali del 2018, e che ha riportato il nome della nostra nazionale nell’albo d’oro di questa competizione dopo oltre cinquant’anni dall’unica altra volta.
L’ItalMancini che ha unito una Nazione. C’è voluto poco per innamorarsi della nazionale assemblata da Roberto Mancini, CT lungimirante e visionario, fatta di tanti giovani nel giusto dosaggio con i giocatori esperti, ma nazionale che proprio per questa sua gioventù promette di essere punto di partenza per futuri successi, e non il coronamento di un percorso già scritto. Una vittoria, questa del calcio, che per l’entusiasmo che ha scatenato ha contribuito a fornire il giusto carburante, l’entusiasmo appunto, affinché si realizzasse tutto il successivo.
L’exploit italiano alla XXXII Olimpiade. In un crescendo parossistico di trionfi si sono disputati i Giochi Olimpici a Tokyo, senza pubblico, ma dove forte ha prevalso la voglia di esserci nonostante tutto, come moto di ribellione ad una sorte avversa, dove abbiamo vinto il numero più alto di medaglie della nostra storia sportiva olimpica, raggiungendo vette mai nemmeno esplorate, con la vittoria di Gimbo Tamberi nel salto in alto maschile e quella di Marcel Jacobs nei 100 m, la disciplina più affascinante, che ha consacrato il nostro atleta come l’uomo più veloce della Terra.
I trionfi nella pallavolo. Di vittoria in vittoria si è, poi, arrivati alla pallavolo, maschile e femminile, delusione olimpica, ma d’oro nelle rispettive competizioni continentali. Tutto questo senza trascurare quanto avveniva in casa nostra, con il passaggio di consegne, dopo nove anni di dominio, dalla Juventus all’Inter nel campionato di calcio, con la vittoria del Chelsea nella finale di Champions League tutta inglese contro il Manchester City.
I grandi adii del 2021. Con le vittorie ancora si è proseguito, ma è giusto ricordare anche chi in questo anno fantastico ha chiuso con la sua attività agonistica. Federica Pellegrini e Valentino Rossi hanno regalato gioie e successi alla nazione e a noi tifosi, forse questi ritiri sono l’unica, vera, nota malinconica nel salutare un 2021 che alla fine ci lascia, come scritto sopra,quel carburante, l’entusiasmo, che ci permetterà di affrontare un 2022 che ci auguriamo ancora migliore e che ci renda finalmente liberi dall’incubo.
*Storico dello sport
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