di FABIO CAMILLACCI/ Stadio Olimpico di Roma tra passato e presente. In omaggio al compianto Giacomo Losi, capitano giallorosso d’altri tempi scomparso domenica 4 febbraio all’età di 88 anni, la Roma di Daniele De Rossi nel “Monday Night” della 23° giornata centra la terza vittoria consecutiva in Serie A stabilendo un singolare record storico: non accadeva dal 1929 che un allenatore romanista subentrante vincesse tre partite di fila in campionato.
Contro il Cagliari finisce 4-0 per la compagine guidata da DDR, erede dello Special One. Una gara senza storia. Padroni di casa a segno con Pellegrini al 2′, Dybala al 23′ e al 51′ su rigore e con il 18enne Huijsen al 59′. Una Roma rinforzata anche dal recente calciomercato invernale: molto bene l’esterno sinistro spagnolo Angelino, all’esordio in maglia romanista. Nella parte finale di gara c’è stato spazio anche per l’altro neoacquisto di gennaio Baldanzi.
L’allievo batte il maestro. Già, è proprio il caso di dirlo visto che i sardi sono allenati da Claudio Ranieri. De Rossi da esordiente ha stravinto il pesante confronto con il decano dei tecnici; anche lui romano e romanista, oltre che grande amico di DDR. E stavolta, rispetto alle sofferte vittorie per 2-1 contro Verona e Salernitana, la Roma ha sfoggiato una prestazione straordinaria anche sul piano del gioco.
Una squadra a tratti scintillante e devastante. Ovviamente, al netto dei limiti del Cagliari terzultimo in classifica con 18 punti come il Verona. Sul taccuino anche tante occasioni da gol sprecate, un palo colpito da Cristante e due reti annullate per fuorigioco a Lukaku e Bove. Con questo successo la Roma si riprende il quinto posto in classifica tornando a -1 dall’Atalanta e guadagnando terreno su dirette concorrenti come Fiorentina e Lazio.
L’emozionante ricordo di Losi “Core de Roma”. Lutto al braccio per i calciatori romanisti, minuto di silenzio prima del fischio d’inizio del match e commozione sugli spalti per un giocatore che ha scritto la storia della Roma. In Serie A con la maglia giallorossa, Losi totalizzò 386 presenze, di cui 299 con la fascia di capitano al braccio. Solo Francesco Totti con 786 presenze e lo stesso Daniele De Rossi con 616 furono capaci di fare meglio di lui (nella foto a destra e in home page: l’omaggio dell’Olimpico a Giacomo Losi).
I funerali di Giacomo Losi. Le esequie di “Core de Roma” si terranno martedi 6 febbraio alle 15 presso la chiesa di Santa Paola Romana alla Baldunia. Siamo certi che saranno tantissimi i tifosi romanisti che andranno a dare l’ultimo saluto a questo grande protagonista del calcio italiano.
Il ricordo di Giacomino Losi bandiera d’altri tempi
di RAFFAELE CICCARELLI*/ L’attuale mondo del calcio è un continuo turbinio di eventi che cambiano, di attualità già passate e di futuri già scritti. Incombe il dio denaro, tutto è fatto in funzione di esso, gli stessi calciatori non si legano più alle società dove si affermano, ma sono in continuo movimento verso il miglior offerente, spesso baciando maglie che non hanno sentito, né mai sentiranno, loro. Non è sempre stato così, in passato era normale trovare giocatori che spendevano la loro intera carriera nella stessa società, pur non essendo nati da quelle parti: emblematico il caso di Gigi Riva, che pure ci ha lasciato da poco, sulla stessa scia possiamo considerare Giacomo Losi. Anch’egli nato in Lombardia, a Soncino in provincia di Cremona, dopo le sue prime stagioni da professionista proprio con i grigio rossi, fu ceduto alla Roma, dove trascorse tutto il quasi restante quindicennio della sua carriera.
La carriera di Giacomino. Egli nacque come ala, accompagnato anche da un fisico non eccelso e da una buona velocità, ma presto fu trasformato in difensore, e come tale fu acquistato dai giallo rossi. Il suo esordio avvenne nel 1955, con la squadra romana avrebbe giocato fino al 1969, diventando con gli anni libero, mettendo a frutto il suo spiccato senso dell’anticipo, il buon colpo di testa nonostante l’altezza non elevata. Dalla stagione 1960/1961 divenne capitano della stessa Roma, con il record di non aver mai subito provvedimenti disciplinari, tranne un’ammonizione ricevuta proprio nella sua ultima partita.
L’epilogo da calciatore e il resto della vita calcistica di Losi. Dissidi con Helenio Herrera, allenatore dei romani, lo portarono a chiudere la carriera, che nel frattempo aveva avuto anche l’onore della maglia azzurra in undici occasioni, partecipando ai mondiali cileni del 1962, in campo contro Germania Ovest e Svizzera ma non contro i padroni di casa in quella che fu ribattezzata “la battaglia di Santiago”. Terminata la carriera agonistica, Losi intraprese quella di allenatore, sviluppata principalmente in Campania, allenando tra le altre Avellino, Turris, Salernitana, Nocerina e Juve Stabia, dove chiuse la carriera. Il suo palmares non è ricco, avendo vinto due Coppa Italia con la Roma e una Coppa della Fiere con gli stessi giallorossi, nella stagione 1960/1961, di lui resta il ricordo di capitano coraggioso e bandiera della Roma.
*Storico dello sport
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