UN TOUR STORICO/ La prima volta di un corridore sudamericano: il più giovane di sempre. Il colombiano Egan Bernal conquista la maglia gialla 2019. L’Italia festeggia l’acuto di Nibali: lo “Squalo” morde nella penultima tappa

di MARIO MEDORI/ Tour de France, due notizie in un giorno: l’orgoglio di Vincenzo Nibali, e, soprattutto, la consacrazione del colombiano Bernal che si aggiudica questa edizione della Grande Boucle. Egan Bernal entra nella storia del ciclismo dal secondo dopoguerra a oggi: è il più giovane corridore (22 anni) e il primo sudamericano a vincere il Tour. Mentre, dopo tanti problemi fisici e non solo, lo “Squalo dello Stretto”, lontanissimo in classifica, ci mette anima, cuore e gambe e sul traguardo di Val Thorens conquista la ventesima tappa del Tour 2019, l’ultima frazione alpina; quella più attesa perché in ballo c’era la maglia gialla. Il corridore di Messina vince in solitaria e a braccia aperte: è il suo quinto acuto alla corsa francese. Un trionfo, il 53° in carriera, che al Tour gli mancava dalla tappa di La Toussuire del 2015. Peraltro, quella di Nibali è una vittoria speciale perchè centrata in una data speciale: proprio il 27 luglio di 5 anni fa, infatti, festeggiò a Parigi il suo trionfo in giallo. Giorni fa, quando “Lo Squalo” uscì dalla lotta per il podio finale, scrivemmo che ora avrebbe dovuto lottare per dare un senso al suo Tour nelle restanti tappe: dopo aver addirittura pensato al ritiro, Nibali ha reagito alla grande e oggi lo ha dimostrato.

“Lo Squalo” al termine non sta nella pelle. Vincenzo Nibali ai microfoni della Rai alla fine della tappa è al settimo cielo e dichiara: “E’ stato un successo sofferto, difficile. In questo Tour ero partito con l’idea di fare classifica, poi sono esploso. Ho ricevuto un mare di critiche e c’era anche chi mi diceva di andare a casa. Francamente non sapevo neanche io cosa fare, però sono voluto restare per onorare la corsa. Ora questa è una liberazione. Poi una frase sibillina: “Ringrazio il mio staff”. Non una parola invece per la squadra: la Bahrain-Merida, che lascerà a fine stagione (nella foto: Nibali festeggia all’arrivo, Bernal sul podio in maglia gialla).

Vittoria di Nibali a parte, riflettori puntati sul gruppo: dove era in palio il trionfo finale al Tour. Una situazione molto particolare perché una frazione già corta era stata più che dimezzata nei chilometri e nel dislivello. Dei tre Gran premi della montagna in programma, restava solo l’ultimo. La Jumbo-Visma per Kruijswijk ha preso in mano le operazioni. Il neozelandese George Bennett ha portato a spasso il gruppo fino a 18,5 km dal traguardo. Poi è toccato a De Plus che, se possibile, è andato ancora più forte del compagno. Il problema, per loro, è stato che quando il belga si è spostato avrebbe dovuto scattare l’olandese che invece è rimasto a ruota. In testa si è piazzato poi l’austriaco Muhlberger per Buchmann. I big insomma, non si sono dati battaglia mentre Nibali volava. Sul traguardo, Thomas, con il numero uno sulla schiena, si è girato a destra verso il giovane compagno e gli ha dato la mano. Un passaggio di consegne. Bernal domani, domenica 28 luglio sui Campi Elisi verrà incoronato re della Grande Boucle 2019. Al suo fianco, sul podio finale, ci saranno: Thomas (2°) e Kruijswijk (3°). Ai titoli di coda uno dei Tour de France più incerti e combattuti della storia.

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