Una donna bergamasca ha ricordato oggi nell’aula in cui si celebra il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio di aver visto nell’estate del 2010, Massimo Bossetti, nel parcheggio di un cimitero, in compagnia di una ragazzina di 13-14 anni che era salita a bordo della sua auto. Quella ragazzina, secondo la testimone, era proprio Yara. La donna ha raccontato che l’uomo l’aveva “fissata intensamente, tanto che ho provato disagio”. Vede quell’uomo in quest’aula?” le è stato chiesto. “Quell’uomo è Massimo Bossetti”.
La donna, che accompagnava la figlia ad allenamenti di ciclismo, ha poi raccontato di aver visto una seconda volta l’uomo che la fissava dall’auto nel parcheggio del cimitero, in un supermercato, alcuni giorni dopo. Dopo il fermo di Bossetti, il 14 giugno 2014, guardando una trasmissione televisiva che mostrava anche il parcheggio del cimitero si era ricordata della circostanza e ne aveva parlato con i carabinieri e poi era stata convocata dai militari per deporre.
La teste Alma Azzolini, durante la sua deposizione, ha spiegato che, una volta viste le immagini di Yara quando era scomparsa, si convinse di averla già vista. Solo dopo aver visto le immagini di una trasmissione televisiva che ritraeva il cimitero avrebbe fatto mente locale. “La ragazza che vidi in macchina aveva l’apparecchio per i denti ed aveva le guance molto rosse”.
I difensori di Massimo Bossetti, controesaminando la testimone Alma Azzolini, hanno spiegato di avere degli elementi in base ai quali sono convinti di poter dimostrare che Bossetti quel giorno non era dove ha raccontato la testimone. Poiché, infatti, la donna accompagnava la figlia agli allenamenti di ciclismo il martedì e il giovedì e dal momento che la Azzolini colloca l’episodio tra metà agosto e l’inizio dell’anno scolastico, secondo i difensori l’unico giorno che può essere preso in considerazione è il 9 settembre. “Possiamo dimostrare – hanno spiegato gli avvocati – che in tutti i martedì e i giovedì di quel periodo Bossetti si trovava a pranzo lontano. E possiamo anche dimostrare che non c’era neanche il 9 settembre 2010”.
Bossetti sbotta ‘è intollerabile, basta’ – Massimo Bossetti, durante la deposizione della moglie che ha toccato anche le ricerche a sfondo sessuale sui due pc di casa è sbottato e ha esclamato “è intollerabile, basta!”. E’ successo quando il legale di parte civile della famiglia Gambirasio, Enrico Pelillo, ha cercato di stabilire chi avesse fatto alcune ricerche, elencandole una ad una. La moglie di Bossetti ha detto più volte “non posso escluderlo”, ribadendo però di non aver mai effettuato ricerche riguardanti tredicenni. Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, contrariamente alla madre dell’uomo Ester Arzuffi, ha scelto di rispondere alle domande nel processo a carico di suo marito per l’omicidio di Yara Gambirasio. Rispondendo alle domande di Letizia Ruggeri sulle ricerche trovate nei due computer di casa ha spiegato di non aver “mai fatto ricerche su tredicenni”. Per quanto riguarda le ricerche a sfondo pornografico, Marita Comi ha detto che “qualche volta le facevo io, qualche volta insieme, oppure io da sola”.
La madre di Bossetti non risponde – Ha preferito avvalersi della possibilità di non rispondere in quanto congiunta Ester Bossetti Arzuffi, madre di Massimo Bossetti nel processo a carico del figlio per l’omicidio di Yara Gambirasio. La deposizione della donna pertanto è durata pochi istanti. Ester Arzuffi, si è seduta sul banco dei testimoni e ha rivolto un saluto con la mano e un sorriso al figlio. Dopo essere stata avvertita dal presidente della corte che poteva avvalersi della facoltà di non rispondere ha deciso in tal senso. La donna ha sempre negato, come invece stabilito dalle indagini, che Massimo Bossetti sia figlio dell’autista di autobus morto nel 1999, Giuseppe Guerinoni. Anche accertamenti scientifici esperiti dalla famiglia in forma privata hanno stabilito che Massimo non è figlio di Giovanni Bossetti.
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