In un’intervista al Corriere della sera a proposito dell’inchiesta sul petrolio lucano e degli insulsi attacchi di Renzi ai magistrati di Potenza (insultati perché – ha affermato arbitrariamente – in quel Tribunale “le inchieste non arrivano mai a sentenza”), il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ha elaborato e illustrato una sua tesi, che potremmo definire “giustizia ad usum delphini”.
” L’autonomia della magistratura – ha affermato il sottosegretario – non è in pericolo, ma ci deve essere anche la consapevolezza del magistrato delle proprie decisioni, la necessità di soppesare, per esempio nel caso di misure cautelari reali, oltre alle sacrosante esigenze di legalità, anche le ricadute sulle società, sull’economia”.
Insomma, secondo Ferri, i magistrati, sia quelli inquirenti che quelli giudicanti, dovrebbero piegare i codici a una discrezionalità perché dettata da una valutazione soggettiva delle conseguenze che i suoi giudizi potrebbero avere. Il passo verso l’arbitrio è breve. Ma è la linea del governo Renzi.
Commenta per primo