Uranio impoverito, la Commissione: “Sconvolgenti criticità”. Le Forza Armate: “Accuse inaccettabili”

La relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito rileva sconvolgenti criticità per i militari in Italia e nelle missioni all’estero, che hanno contribuito a seminare morti e malattie. Nel mirino il negazionismo dei vertici militari e gli assordanti silenzi generalmente mantenuti dalle Autorità di Governo. Gli esperti ascoltati hanno invece riconosciuto il nesso tra uranio impoverito e tumori. Il documento cita in particolare l’audizione di Giorgio Trenta, presidente dell’Associazione italiana di radioprotezione medica, che ha riconosciuto la responsabilità dell’uranio impoverito nella generazione di nanoparticelle e micropolveri, capaci di indurre i tumori che hanno colpito anche i nostri militari inviati ad operare in zone in cui era stato fatto un uso massiccio di proiettili all’uranio. Critiche anche all’indirizzo della magistratura penale, i cui interventi non appaiono sistematici a tutela della salute dei militari e dunque nell’amministrazione della Difesa continua a diffondersi un deleterio senso d’impunità. In relazione a tre specifici casi emersi nel corso dell’inchiesta, la Commissione ha trasmesso gli atti acquisiti nelle rispettive audizioni presso le procure della Repubblica competenti.

Tutte le agenzie internazionali, a partire dall’Oms, hanno del resto sempre escluso una responsabilità dell’uranio impoverito. La Difesa: accuse inaccettabili dalla Commissione:  “Anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal professor Trenta  che ha smentito la conclusione della Commissione, le forze armate respingono con fermezza le inaccettabili accuse mosse dalla relazione, ribadendo la più completa disponibilità alla collaborazione, come peraltro dimostrato anche in sede di tavolo tecnico negoziale con la Commissione, e sottolineano l’assoluta trasparenza di tutte le loro attività”.

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