Un ordigno nascosto in un cassonetto è esploso ieri sera a Manhattan, tra la 23° strada e la 7° avenue nel quartiere di Chelsea, causando almeno 29 feriti di cui uno in gravi condizioni. E nelle vicinanze la polizia ha trovato un altro ordigno esplosivo, realizzato con una pentola a pressione che è stato disinnescato. Sul luogo dell’esplosione sono accorsi polizia, vigili del fuoco, Fbi e antiterrorismo. La zona è stata cordonata e isolata; chiuse alcune linee della metro.
La deflagrazione di NewYork è avvenuta mentre a Washington Barack Obama e Hillary Clinton parlavamo a un gala per la raccolta di fondi della Black caucus foundation.
Secondo la polizia di New York si tratterebbe di un attacco intenzionale e non di una esplosione accidentale, ma secondo il sindaco De Blasio non ci sarebbero al momento legami con il terrorismo. Nessuna connessione nemmeno con l’esplosione avvenuta sempre ieri nel New Jersey.
La polizia di New York starebbe esaminando un terzo “sito di interesse” che potrebbe essere legato all’esplosione.
Quello di Chelsea è uno dei quartieri più affollati e vivi di Manhattan. In particolare, la 23ma strada è una delle intersezioni più trafficate della città, non solo per la presenza di diverse stazioni della metropolitana ma anche per l’alta concentrazione di ristoranti, supermercati e uffici. Ad un paio di isolati a nord c’è Eataly, il Flatiron Building, mentre proprio nel punto delle esplosioni ci sono due tra i più grandi supermercati di New York: Trader Joe’s e Fairway. Non c’e’ stata comunque alcuna evacuazione di edifici.
Mentre si verifica la matrice dell’esplosione e dell’altro ordigno inesploso trovato sempre a Manhattan, arriva la rivendicazione dell’Isis per l’attacco di Minnesota, dove un uomo, inneggiando ad Allah, ha ferito 8 persone con un coltello prima di essere ucciso dai poliziotti. “Era un soldato dello Stato islamico, ha compiuto l’operazione per colpire i cittadini dei Paesi della Coalizione crociata”, si legge sul network dell’Isis.
Ma, a proposito di rapporti Usa-terrorismo, in tutt’altra parte del mondo, in Medio Oriente si è verificato un episodio gravissimo che rischia anche di inasprire i rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia: un raid aereo della coalizione internazionale anti-Isis a guida statunitense, invece di colpire i terroristi, ha fatto una strage di soldati siriani che combattono contro l’Isis. L’amministrazione Obama ha espresso il rammarico americano per la “perdita non intenzionale di vite”, ma a Mosca ciò non basta, anzi le autorità russe sono giunte alla conclusione (esplicitamente manifestata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova), che Washington difende i jihadisti: “Se prima nutrivamo sospetti che tutto questo era per difendere Jebhat al-Nusra, adesso siamo giunti alla spaventosa conclusione che la Casa Bianca difende l’Isis”, ha detto la Zakharova. E pertanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato convocato d’urgenza in queste ore a New York, per “consultazioni” sulla Siria.
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