Vaccini per il COVID-19: “Dalla fase 3 all’approvazione, dalle certezze ai dubbi: la parola agli esperti”

Diversi vaccini hanno raggiunto la fase 3 di sperimentazione e stanno per essere valutati dalle autorità competenti come possibili armi terapeutiche per sconfiggere l’infezione da Coronavirus. Oltre ad i vaccini con virus attenuati sono in corso di definizione i vaccini mRNA (materiale genetico che contiene le istruzioni  per la sintesi di nuove proteine), con una metodica innovativa che parrebbe accelerare i tempi di produzione e distribuzione. La sicurezza dei vaccini, certificata dagli enti  regolatori internazionali, è comprovata così come la loro efficacia (in quasi tutti supera il 90% della popolazione vaccinata) ma, nonostante le assicurazioni riportate dalle  pubblicazioni scientifiche, la discussione su programmazione, conservazione, obbligatorietà sono in corso con ripercussioni sul mondo scientifico e sociale.

Per far luce sulla vaccinazione anti SARS COV 2, Mondosanità, in collaborazione con l’Osservatorio di Motore Sanità, e grazie al contributo incondizionato di AstraZeneca e  IT-MeD, ha organizzato il webinar “I VACCINI COME RISPOSTA ALLA PANDEMIA  COVID-19” con la partecipazione dei massimi esperti italiani del comparto salute sul tema vaccini.

 La vaccinazione – ha detto Antonio Cascio, direttore Unità Operativa Malattie Infettive Policlinico P. Giaccone di Palermo – è l’unica vera strategia per fermare la pandemia! Vacciniamo al più presto gli anziani e tutte le categorie a rischio di forme severe. Il primo obbiettivo dovrà essere ridurre la mortalità, ma anche proteggere le persone che svolgono servizi essenziali nel nostro Paese come i medici. Successivamente si dovrà pensare la resto della popolazione auspicando il  raggiungimento dell’immunità di gregge che in base alle caratteristiche di questa malattia comporterebbe l’immunizzazione del 60% della popolazione suscettibile. Fin quando non sarà raggiunta l’immunità di gregge mascherina e distanziamento sociale dovranno essere mantenuti.

Sono assolutamente ottimista sulla bontà dei vaccini che prestissimo saranno disponibili in Italia.  Saranno studi futuri a stabilire la durata della protezione e la necessità di eventuali dosi di  richiamo negli anni successivi. I tre vaccini che hanno concluso la fase 3 di sperimentazione  clinica e sono in fase di approvazione rapida sono: quello prodotto da Astrazeneca-Oxford  (59.500 soggetti arruolati in Fase 2-3) basato sull’utilizzo di un adenovirus della scimmia  modificato e contenente le proteine dello spike e che si conserva a 2-8 gradi centigradi, quello prodotto dalla Pfizer-Biontech (45.000 soggetti arruolati in Fase 2-3) che sfrutta la tecnologia  dell’Rna messaggero le cui fiale devono essere conservate a -80 gradi centigradi, visto che la molecola di mRna si degrada facilmente e quello prodotto da ModeRna (30.700 soggetti arruolati  in Fase 2-3) anche esso basato sul metodo dell’Rna messaggero, ma stabilizzato in maniera tale  che possa essere conservato a -20 gradi centigradi per sei mesi e tra 2 e 8 gradi per 1 mese. A  breve potrebbe arrivare un quarto, ovvero quello di Janssen (Johnson&Johnson) che si basa  anch’esso su un adenovirus geneticamente modificato e disinnescato utilizzato come vettore, anche se si tratta di una variante umana del virus del raffreddore (il Type 26-Ad26)». 

 Stefano Vella, Adjunct Professor Global Health, Catholic University of Rome, ha ricordato che «i vaccini rappresentano forse la più grande scoperta della medicina, insieme agli antibiotici e a qualche altro farmaco straordinario – farmaci “anziani” ma che han cambiato la storia – come il cortisone, la morfina, l’insulina, solo per fare qualche esempio. Certo, l’innovazione farmaceutica ci ha portato, in epoca più recente, farmaci che, anch’essi, han cambiato la storia di molte malattie:parliamo dei farmaci contro HIV e HCV, ma anche dei nuovi farmaci oncologici. Anche oggi, con la pandemia da Sars COV 2 che sta devastando il mondo, i vaccini arrivano come l’arma risolutiva.

Certo, lo sviluppo di un vaccino contro il COVID in tempi così brevi (ce ne sono oltre 100 in sperimentazione e alcuni lì li per essere approvati, seppur con procedure condizionate) rappresenta un altro incredibile successo della ricerca. E non bisogna avere paura, sono il frutto degli avanzamenti straordinari della biologia, dei quali molti cittadini non erano al corrente. E anche il frutto di un rinnovato patto tra ricerca pubblica e ricerca privata, che finalmente è diventato una cosa concreta. Ma i vaccini anti-COVID non saranno l’arma finale, se non riusciremo a renderli  disponibili al mondo intero. È un’epidemia globale. Nessuno pensi di risolverla solo a casa propria».

Claudio Zanon, direttore scientifico dell’Osservatorio Motore Sanità, ha affermato in conclusione:  «I vaccini contro il Coronavirus arriveranno nei primi mesi del 2021. Mentre il Governo sta mettendo a punto un piano nazionale per la vaccinazione anti COVID, lo stesso dovranno fare le Regioni ma  mentre logistica, priorità e scelta del vaccino sono in parte delineate, molte altre domande attendono ancora una risposta, non ultima la durata della copertura dei vari vaccini, il possibile obbligo alla  vaccinazione, l’uso della sierologia nei pazienti che si sono già ammalati di COVID ed il ruolo delle  vaccinazioni complementari quali l’anti influenzale e l’anti pneumococcico». 

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