Il Corriere della sera pubblica una intervista di Maria Teresa Meli (fonte insospettabile, essendo note le sue dichiarate simpatie renziane) a Denis Verdini (ex fedelissimo di Berlusconi, poi fuoriuscito da Forza Italia per passare a fare la stampella del governo Renzi), il quale tra le altre cose rivela: «È stato Renzi a dirmi di non entrare nel governo Gentiloni. E io l’ho fatto senza problemi. Lui voleva un governo fragile. Renzi mi disse: “Mattarella mi dà le elezioni a giugno”».
E ricorda anche come è andata e naufragata la storia della riforma elettorale. «Il Rosatellum era perfetto. Ci stava anche Pisapia. Aveva 171 voti di maggioranza al Senato, senza contare Alfano. L’avevo assicurato a Matteo, che era convinto. Poi Angelino ha fatto saltare tutto perché secondo lui non gli conveniva. Renzi a quel punto si è spostato sul tedesco pensando di ottenere le elezioni il 24 settembre». «Già, le elezioni erano l’unica cosa che gli interessava» — ricorda Verdini alla Meli. Comunque la riforma elettorale sembra giunta a un punto morto, dice la giornalista. E Verdini spiega: «Matteo mi ha spiegato che per lui è anche meglio così. Leggo che ora vuole fare un listone da Pisapia a Calenda. Ma Calenda non lo vota, manco la madre, perché la Comencini vota a sinistra».
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