– Di Maio e Salvini interrogano i loro elettorati per chiedere il consenso al “contratto di governo”, cioè la base programmatica sulla quale dovrebbe nascere il governo
giallo-verde alla testa del quale, come presidente del Consiglio, i due leader di M5s e Lega lunedì dovrebbero proporre una persona al capo dello Stato. Una persona che non sarà né Salvini né Di Maio, avendo anche quest’ultimo dichiarato di essere pronto a rinunciarvi.
Oggi hanno votato via internet gli iscritti al sito del M5s, domani e domenica voteranno gli elettori della Lega recandosi ai gazebo predisposti dal partito, dove troveranno una scheda come quella riprodotta a lato.
Come certificato dal notaio, che ha garantito la regolarità del voto, hanno partecipato alla votazione sulla piattaforma “Rousseau” 44.796 iscritti a M5s. 42.274 hanno votato sì e 2.522 no.
Dal canto suo Salvini assicura: «Lunedì sicuramente andremo dal presidente Mattarella per rispetto, perché, comunque si chiuda, abbiamo fatto tutto il possibile». Comunque il Consiglio Federale della Lega ha sostanzialmente condiviso la linea del “contratto di governo” con il Movimento 5 Stelle, in attesa del responso dei gazebo. Nella riunione non ci sarebbe stata una votazione formale, ma diversi partecipanti hanno comunque sottolineato con le loro “diverse sensibilità” le loro aspettative politiche. Lo si è appreso al termine dell’incontro, svoltosi “in un clima disteso e positivo”, secondo quanto riferito dal responsabile comunicazione del partito, Alessandro Morelli.
Ma non proprio disteso si può definire il clima nella coalizione di centrodestra dopo l’ennesima sortita di Silvio Berlusconi, il quale ha di fatto sconfessato Salvini affermando che negli incontri con il M5s «non ha mai parlato a nome della coalizione di centrodestra, ma ha sempre e solo parlato a nome proprio o a nome della Lega. La coalizione con un programma comune è assolutamente un’altra cosa e non ha nulla a che vedere con il Movimento 5 Stelle. In questo momento con Salvini c’è molta distanza».
Ma Berlusconi ha detto di più (e di peggio): ha riproposto la propria candidatura a capo di un governo di centrodestra, affermando di essere in questo momento il solo uomo politico capace di guidare un governo!
Da parte della Lega è stato espresso sconcerto per questa sortita, che contraddice la sua stessa tesi, sempre ribadita, che comunque il capo della coalizione di centrodestra e candidati a premier è il capo del partito che in quella coalizione ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni del 4 marzo.Tale autocandidatura viene considerata anzi un vero tradimento di Berlusconi ai danni di Salvini e della Lega.
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