Non si è ancora attutita l’eco dell’impresa dell’Italia a Euro 2016 di eliminare la Spagna, che subito un altro gigante sbarra la strada degli Azzurri sul cammino verso la finale. La vittoria franca e meritata conseguita contro gli iberici ha probabilmente chiuso per loro un cerchio vincente aperto otto anni fa nell’edizione dell’europeo del 2008, dando grande fiducia a tutto l’ambiente italiano, che però ora deve superare i campioni del mondo della Germania. Ma, visto il nome della nostra avversaria, chi deve avere più timori? Loro sono sicuramente una grande squadra, zeppa di campioni, però noi siamo l’Italia, e con noi i tedeschi, in impegni ufficiali non hanno mai vinto.
Italia-Germania: una storia che parte da lontano. Una storia che parte all’ormai leggendaria partita messicana del 1970, “Italia-Germania 4-3”, da recitare proprio in questo modo, che questi confronti si sono risolti sempre a favore degli azzurri quando c’era solo da vincere, e comunque ci hanno sempre visto invitti. Non stiamo qui a raccontare tutto questo per una forma di scaramanzia, ma solo perché è la pura, certificata, verità (nella foto: la targa che allo stadio Azteca di Città del Messico ricorda quella mitica sfida di semifinale vinta dall’Italia). Poi potrà anche accadere che il tabù venga sfatato (ciò, sperem de no, avrebbe detto il mitico Paron Nereo Rocco), ma la storia è questa. La frustrazione tedesca è continuata, poi, in Argentina (zero a zero), nella grande finale di Spagna 82 (tre a due), all’Europeo del 1988 in casa loro (uno a uno), allo sfortunato, per noi, Europeo inglese del 1996 (zero a zero, con rigore sbagliato da Gianfranco Zola), fino agli ultimi due trionfi azzurri. Il primo è datato 2006, Campionati del Mondo, proprio in Germania: con sul collo il fiato del muro umano formato dalle tribune ricolme dello stadio di Dortmund, la Nazionale di Marcello Lippi dà vita ad una delle partite più entusiasmanti degli ultimi anni. Dopo i tempi regolamentari, equilibrati ma con una leggera prevalenza italiana, terminati zero a zero, nei supplementari Lippi rompe gli indugi: al fianco di Totti fa entrare Alberto Gilardino, Vincenzo Iaquinta e Alex del Piero, Andrea Pirlo inventa per Fabio Grosso che sblocca il risultato ed esulta alla maniera di Marco Tardelli nel 1982, poco dopo Del Piero regala l’apoteosi al termine di un magistrale contropiede innescato da un sontuoso Fabio Cannavaro. Arriviamo, infine, a Polonia e Ucraina scenario dell’Europeo di quattro anni fa, ancora semifinali, ancora Italia e Germania di fronte. Allora come oggi le possibilità azzurre sembravano poche, ma ci pensò Mario Balotelli, all’epoca ancora SuperMario, che poi avrebbe tradito le attese, a siglare una doppietta sin dal primo tempo che annichilì i tedeschi, lasciando loro solo il gol della bandiera di Mesut Ozil nel recupero.
Eccoci all’attualità. Alla Nazionale di Antonio Conte, partita tra mille problemi e zero fiducia, pure capace, grazie soprattutto alla sagacia tattica con cui ha affrontato le partite finora, di arrivare fino a questo punto. Sicuramente la nazionale tedesca è messa meglio, il CT Jurgen Low può contare sull’ossatura che ha vinto il mondiale brasiliano, Ozil, Sami Khedira, Toni Kroos, soprattutto Manuel Neuer in porta, vero valore aggiunto e unico rivale del nostro Gigi Buffon. L’Italia dovrà anche sostituire l’acciaccato Daniele De Rossi, probabilmente Conte opterà per l’ottimo Marco Parolo centrale e l’inserimento di Stefano Sturaro come interno, ma questi sono sofismi tattici: quando l’ungherese Viktor Kassai darà il fischio d’inizio, dai nostri ragazzi ci aspettiamo la battaglia che sappiamo possono dare indipendentemente dal nome del loro avversario, ci aspettiamo che non molleranno di un centimetro fino alla fine. Quando poi l’arbitro fischierà il termine dell’incontro non possiamo prevedere quale sarà stato l’esito, ma saremo comunque orgogliosi di quanto questi ragazzi avranno saputo riversare in campo, senza paura. In fondo, quando vedono azzurro, ad aver paura sono loro…
*Storico del calcio
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