di SERGIO TRASATTI/ Lo show che chiude una carriera va presentato a dovere: si sta stretti a “The Brewery”, la sede in Chiswell Street scelta per la conferenza stampa della vigilia mondiale di Usain Bolt. Dell’ultima vigilia Mondiale. E’ presente la stampa arrivata da ogni continente. E il giamaicano, almeno con le parole, appare in grande spolvero. Il ruolo di bravo presentatore spetta al gallese Colin Jackson, indimenticato ostacolista e l’ora di chiacchiere, una sorta di retrospettiva, scorre veloce. Con qualche simpatico siparietto, sotto forma di contributi video: di imprese che sono nella leggenda e di “compagni di sponsor” che lo hanno accompagnato nel corso degli anni.
Usain contro i pronostici della vigilia. Bolt esordisce dicendo: “Ho sentito che qualcuno sostiene che i favoriti al titolo dei 100 sono altri (sorride ndr) sono pronto a dimostrare che si tratta di una previsione sbagliata. Sto bene, la condizione è in crescendo. Il 9″95 di Montecarlo mi ha soddisfatto e qui, anche passando attraverso i due turni, farò ancora meglio. Poi, in finale, conterà la capacità di tenere i nervi distesi e l’esperienza. Io ne ho da vendere. Il mio coach è fiducioso. Quindi, come sempre, lo sono anche io: al 100%».
Londra 2017 per bissare Londra 2012. L’undici volte iridato, saltato il camp di Manchester affrontato da buone parte della Nazionale caraibica, è arrivato in città direttamente da Monaco di Baviera, dove si è allenato nell’ultimo mese, facendosi contemporaneamente curare la schiena sempre acciaccata dal dottor Hans Muller-Wohlfarth, suo medico di fiducia. Bolt scalpita: “Non vedo l’ora di cominciare: a questa città mi legano i grandi ricordi dell’Olimpiade 2012 e il suo meraviglioso pubblico. Soltanto ai Giochi di Pechino 2008 ne ho trovato un altro tanto appassionato e coinvolto, al punto da regalare esauriti anche nelle sessioni mattutine”.
L’uomo più veloce del mondo è leggero e divertito come sempre. Ma Usain Bolt si fa molto serio in due momenti. Quando deve parlare della morte dell’amico Germaine Mason, argento olimpico dell’alto proprio all’Olimpiade di Pechino, in aprile vittima di un incidente stradale: “In precedenza non avevo perso nessuno al quale ero così legato, per venti giorni non sono riuscito ad allenarmi”. Poi, quando gli chiedono di Andre De Grasse (su entrambi i podi della velocità lo scorso anno ai Giochi di Rio), al canadese che gli ha riservato qualche frecciatina, Bolt risponde in maniera fredda: “Se ci incontriamo ci salutiamo ma certo non ho il suo numero di telefono. In passato ha dimostrato di avere talento, in futuro vedremo se avrà continuità”.
La promessa finale. Poi tanti ricordi, qualche aneddoto, le solite richieste (dolcemente inevase) circa il suo domani e una promessa: “Non cambierò idea, mi ritirerò. Anche se dovessi perdere? Non perderò”. Ai Mondiali di Atletica 2017 che scatteranno il 5 agosto a Londra, Bolt gareggerà nei 100 metri e nella staffetta 4X100. Gli auguriamo un addio da trionfatore, un addio degno dei più grandi atleti di tutti i tempi.
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