Via libera del governo alla “fuga di Pasqua” all’estero, poi la “frenata” con tamponi e quarantena. “La toppa peggio del buco”

Pezo el tacon del buso“, dicono in Trentino gli albergatori, ma i loro colleghi del resto della penisola lo ripetono con lo stesso vigore in italiano: “Peggio la toppa del buco“. La pezza è quella che il Governo ha pensato di mettere all’ordinanza che autorizza le gite (o vacanze) pasquali all’estero, che sono invece vietate nelle località turistiche italiane, nel quadro delle restrizioni anti-covid.

Alla comprensibile protesta delle varie categorie che operano nel settore alberghiero e della ristorazione per il danno accompagnato alla beffa di vedere i loro connazionali prendere aerei e treni per mete oltre confine perché sono vietate quelle italiane, il governo ha tentato di mettere una “pezza” stabilendo che chi va all’estero per Pasqua (anche in paesi dell’Unione europea) dovrà osservare, al ritorno, una “quarantena”, oltre a sottoporsi al tampone sia al ritorno, sia a conclusione del periodo di isolamento di 5 giorni.

Protestano anche agenzie e operatori turistici: “Quarantena al rientro dall’Ue? Così abbiamo perso tutti: francamente non vediamo il nesso di questa misura “sanitaria” e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua. Perché quest’ordinanza non è stata fatta prima? Sembra voler dire: rendiamo più difficile andare all’estero… Anche noi tour operator siamo aziende italiane! E stiamo parlando di due soli charter (da 180 passeggeri), un numero minuscolo rispetto alle gravissime perdite dell’ultimo anno“, dice il presidente Astoi Confindustria, Pier Ezhaya.

A tentare di cavalcare la protesta si trova pronto il consueto leghista Salvini, il quale dice “Meglio tardi che mai“, non avendo capito che  il correttivo introdotto dal governo non soddisfa albergatori e ristoratori delle località turistiche italiane, ma nemmeno i tour operator. In vista della prossima estate, ha poi invitato gli italiani, ma anche gli stranieri, a passare le prossime vacanze in Italia. E ironizzando sui viaggi nelle isole spagnole, che ora sono consentiti, ha detto: “Le isole italiane sono molto più belle: tra Sardegna e Baleari non c’è partita”.

Imbarazzante anche la sortita su Facebook di Stefano Bonacini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni: “Non si possono incontrare i propri cari, magari a pochi chilometri di distanza, ma è possibile prendere un aereo e farne migliaia per svago? Un controsenso che penalizza anche tutti gli operatori turistici e gli albergatori che da tanti mesi sono alle prese con forti perdite economiche. Spero si faccia presto chiarezza su questa assurda anomalia“.

La Germania – intanto – annuncia un rafforzamento dei controlli alle frontiere terrestri nel pieno della terza ondata di pandemia.  Rafforzerà per i prossimi “8-14 giorni”, quindi per tutto il periodo di Pasqua e oltre, i controlli ai confini terrestri, in particolare con Francia, Danimarca e Polonia, ha annunciato il ministro dell’Interno tedesco. “Non importa da dove si arrivi, Polonia, Francia o Danimarca, tutti devono aspettarsi di poter essere controllati”, ha detto Horst Seehofer in conferenza stampa, precisando che questi controlli casuali potranno avere luogo anche in territorio tedesco, dopo il passaggio della frontiera.

Conclusione: tutti scontenti.  E lo ripete all’ANSA il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca (foto) commentando l’ordinanza: «La toppa è peggio del bucoNoi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero – dice – né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all’estero deve valere anche in Italia. Federalberghi è convenzionata con più di duemila centri diagnostici per i tamponi in hotel. Se è permesso salire su un aereo col tampone, sia permesso anche in hotel».

Fulvio Avataneo, presidente AIAV (Associazione Italiana Agenti di Viaggio) dichiara: «Ritengo assolutamente condivisibile il disagio e il senso di smarrimento vissuti in queste ore da tutti i lavoratori del settore turistico italiano, che si sono sentiti vittime di iniquità e ingiustizie. Le decisioni instabili e provvisorie del Governo stanno confondendo e disorientando i consumatori finali, aggravando ulteriormente la precarietà in un settore già pesantemente colpito dalla crisi pandemica. Auspico per il futuro un deciso scatto in avanti da parte del Ministero del Turismo, in modo da coordinare tutte le attività in favore delle imprese del nostro settore. E’ giusto e doveroso il rispetto delle norme in materia di Covid-19, però è un preciso dovere delle Istituzioni sostenere e supportare tutte le forme di turismo e le migliaia di operatori che lottano ogni giorno per consentire ai viaggiatori di muoversi in sicurezza”».

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