Uno dei due turisti americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha confessato di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento mortale del carabiniere, avvenuto a Roma la notte scorsa in via Pietro Cossa nel quartiere Prati. Si tratta della persona con i capelli mesciati apparso in una foto e ripreso da alcune telecamere.
I due americani sono stati portati al nucleo operativo dei Carabinieri di via In Selci, dove si sono poi recati i magistrati della Procura di Roma per interrogarli. La Procura procede per omicidio e furto.
LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO – In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, i due giovani turisti americani si erano recati a Trastevere per acquistare sostanze stupefacenti; ma, dopo essersi resi conto di essere stati ingannati (in realtà la “droga” erano pasticche di Aspirina), hanno strappato allo “spacciatore” la borsa, che conteneva il suo telefono cellulare. L’uomo ha quindi contattato i due chiamando il proprio numero di telefono per avere indietro la borsa e subito dopo ha chiamato il 112 per comunicare che era stato scippato e che si era dato appuntamento in via Cossa con i due americani per la restituzione del borsello. A questo punto, all’orario stabilito, i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Lì hanno incontrato i due
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ragazzi americani scippatori, che, accortisi di trovarsi di fronte a due carabinieri e non di fronte all’imbroglione “vittima” del loro scippo, hanno reagito ingaggiando una violenta colluttazione durante la quale uno dei due ha colpito il vice brigadiere con otto coltellate, risultate fatali. Uno dei due (nella foto a destra) ha confessato di essere lui l’accoltellatore.
“Quando ho sentito Mario urlare ho lasciato quell’uomo e ho provato a salvare lui, perdeva molto sangue”, racconta il collega del vicebrigadiere colpito a morte.
L’aggressione è avvenuta in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati. Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere (che aveva compiuto 35 anni pochi giorni fa e si era sposato appena un mese fa), durante un servizio con alcuni colleghi stava fermando due uomini considerati responsabili di furto ed estorsione, quando uno di loro ha estratto il coltello ferendolo più volte. Il vice brigadiere Mario Cerciello Rega è morto poco dopo in ospedale. E’ stato ucciso per cento euro: è questa la cifra che sarebbe stata chiesta in cambio della restituzione di un borsello rubato dai due a una persona in Trastevere. Quello che in gergo si chiama “cavallo di ritorno”.
L’interrogatorio dei 2 sospetti è risultato fondamentale per accertare la verità.
Ma sono diversi i punti ancora oscuri e quindi da chiarire sulla morte del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega mentre hanno confessato Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al gip, che ha convalidato il fermo.
I punti chiave sono l’esatta dinamica del furto e l’estorsione che hanno fatto scattare l’operazione nella quale è morto il carabiniere. A quanto ricostruito dagli investigatori, l’autore materiale del ferimento mortale è Lee Elder Finnegan.
1) Il primo punto da chiarire verte proprio sul ruolo del derubato. Stando alle informazioni ufficiali, non si tratterebbe di un pusher, ma comunque di una persona che conosce quel mondo. A quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe stato avvicinato dai due giovani californiani in cerca di droga a Trastevere e avrebbe indicato il pusher o comunque il luogo dove poterla acquistare. Poi quando i due ragazzi avrebbero scoperto di essere stati ingannati perché al posto della droga gli è stata venduta aspirina e, non trovando lo spacciatore, se la sarebbero presa con lui rubandogli il borsello con dentro il cellulare. Nelle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza della zona l’uomo compare in alcuni frame: è in bici e ha uno zaino nero sulle spalle quando due ragazzi lo avvicinano. Poi, in altri, si vedono due uomini fuggire a piedi con una borsa nera in mano.
2) Dopo il furto l’uomo ha contattato il 112 denunciando di essere stato derubato. Rimane da stabilire anche quale telefono abbia utilizzato per dare l’allarme, visto che il suo era nelle mani dei ladri. In ogni caso è insolito che una persona che abbia a che fare con traffici illeciti si rivolga poi ai carabinieri per denunciare di essere vittima di un furto. Versioni non confermate ipotizzerebbero che l’uomo abbia fermato una pattuglia di passaggio in zona che ha poi diramato l’allerta raccolta dai due carabinieri in borghese.
3) Un altro aspetto riguarda il perché i due americani, in possesso di un cellulare rubato, abbiano risposto alla chiamata in arrivo su quel numero e abbiano preso un appuntamento con la vittima tentando l’estorsione.
4) Altro elemento poco chiaro è la presunta presenza di pattuglie in appoggio che non sono riuscite a intervenire in tempo quando la situazione è precipitata. Del resto né il carabiniere colpito a morte né il collega, entrambi in borghese come richiede un servizio in cui è necessaria la non riconoscibilità dei militari, hanno utilizzato l’arma di servizio per difendersi o mettere in fuga i due aggressori.
IL DOLORE DI CHI CONOSCEVA MARIO CERCIELLO REGA. “Me lo hanno ammazzato“. Straziata dalle lacrime la moglie del carabiniere ucciso sfoga la sua disperazione fuori dalla camera mortuaria del Santo Spirito a Roma. “Lei viveva per lui, è una tragedia”, racconta un amico in lacrime. “Ancora non ci posso credere”, ripete un fratello della vittima. Presenti davanti alla camera mortuaria dell’ospedale almeno un centinaio di persone tra amici e parenti arrivati dalla Campania, regione d’origine di Mario Cerciello Rega, nativo di Somma Vesuviana (Napoli).
Mario si era sposato da poco più di un mese. Sul suo profilo Facebook ci sono le foto delle nozze, celebrate il 19 giugno, in cui è ritratto sorridente con la moglie. Era, oltre che uno stimato servitore dello Stato, una persona generosa dedita al volontariato. Tanti i messaggi di condoglianze alla famiglia pubblicati sui social.
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha dichiarato: «Stanotte il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega è stato accoltellato mentre era in servizio. Stringo in un forte abbraccio sua moglie, la sua famiglia e i suoi cari. Sono vicina all’Arma dei Carabinieri e a tutti agli uomini e le donne che quotidianamente mettono a rischio la loro vita per garantire la nostra sicurezza. Chiedo tolleranza zero per i delinquenti che hanno commesso questo vile atto!».
«Ho appreso con profonda tristezza – scrive in una nota il capo dello Stato Sergio Mattarella – la notizia del decesso del vice brigadiere Mario Cerciello Rega , ferito mortalmente mentre era impegnato in un controllo di polizia. Nel confidare che si arrivi rapidamente alla cattura dei criminali responsabili, desidero esprimere a lei, signor Comandante Generale, e all’Arma dei Carabinieri, la mia solidale vicinanza».
Il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio ha scritto sul suo profilo twitter: “Nella notte, a Roma, un giovane vice brigadiere dei Carabinieri è stato ucciso a coltellate da un rapinatore. Aveva solo 34 anni. Il mio abbraccio alla famiglia del militare e a tutta l’Arma. È un momento di grande dolore per lo Stato»
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha affermato: «Caccia all’uomo a Roma per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un carabiniere a coltellate. Sono sicuro che lo prenderanno e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa”.
I funerali di Mario Cerciello Rega saranno celebrati lunedì 29 luglio alle 12 a Somma Vesuviana nella chiesa di Santa Croce in via Santa Maria del Pozzo 114, la stessa dove un mese e mezzo fa il carabiniere si era sposato. Lo si apprende dal Comune di Somma Vesuviana.
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