di FEDERICO BETTA
Nel parco di Villa Ada a Roma, sulla penisola al centro di un laghetto che sembra incantato, anche per il 2018 va in scena il favoloso cartellone della rassegna Villa Ada incontro il mondo. Oltre all’ampia offerta di intrattenimenti, dibattiti, laboratori, presentazioni, e al fresco spazio per rilassarsi in un’area ad accesso libero e gratuito, le serate in Villa sono tutte accompagnate da concerti uno più interessante dell’altro.
Domenica 14 luglio è stata la volta dei Calibro 35 che nel 2018 festeggiano dieci anni di attività. Sul palco hanno presentato Decade, il nuovo disco che ripercorre e amplia la loro straordinaria storia musicale; un progetto ricco di sperimentazioni dai toni ipnotici, psichedelici e afro che regala ai fan una nuova deriva delle loro sonorità tipicamente anni ’70.
Nati nel 2008, i Calibro 35 hanno il merito di aver riscoperto le colonne sonore dei film italiani polizieschi anni 60-70. Reinterpretando brani di Ennio Morricone, Armando Trovajoli e Luis Bacalov hanno ridato vita a una cultura musicale in via di sparizione, incidendo anche composizioni originali che da quell’ambiente sonoro hanno tratto ispirazione. I loro pezzi sono densi di citazioni e suggestioni cinematografiche, sempre visionari ed evocativi in un mood sonoro che spazia dal soul al funky, dal cosmic jazz al rock.
Dall’anno della loro formazione i Calibro 35 hanno fatto uno dei percorsi più interessanti delle band italiane degli ultimi tempi producendo sei album, suonando a Los Angeles e New York e facendo tournée in tutta Europa. Sono stati ospiti fissi della trasmissione di Fabio Volo (Volo in diretta su Rai3), hanno composto la colonna sonora del film Said di Joseph Lefevre e diverse sonorizzazioni per Radio 1.
Un gruppo in costante movimento e trasformazione, formato da artisti di grande levatura che dal vivo sa regalare concerti da Big band: ogni musicista contribuisce con il suo prezioso apporto individuale, ma anche come meccanismo perfetto della composizione d’insieme.
La massa sonora messa in campo dai dieci componenti ha dato vita a un set di strumenti che, al fianco di violini, violoncelli, sax e clarini, ha impastato il sound con tastiere e amplificatori vintage, congas, e una batteria tutta composta da pezzi anni ’70. La loro tessitura musicale è un continuo gioco di rimandi tra stili e strumenti, riflessi e palleggi che si avvitano come cerchi concentrici fino a ineludibili distorsioni. Il ritmo indiavolato del basso e della batteria, contrappuntato dalle delicatezze dello xilofono e del flauto, si dissolve nell’astrazione eterea e magica di quelle che sembrano ritualità sciamaniche. La violenza, la contorsione, il controtempo non dimenticano mai il tocco ironico, il gioco scanzonato in un continuo affastellamento di ripetizioni e variazioni.
La musica dei Calibro 35 ha un carattere deciso e riconoscibile, ma è sempre attenta a non chiudersi su sé stessa, e a ogni giro di basso è pronta a stupire e a giocare tra il thriller e il melò, tanto che in certi momenti è come assistere a una puntata di Love Boat girata da David Lynch.
Come ha detto il frontman del gruppo, Enrico Gabrielli, alla fine di quello che è stato un concerto potentissimo: “In un’epoca di parole avete assistito a un’ora e mezza di sola musica strumentale, l’applauso fatelo a voi”. Lunga vita ai Calibro 35.
Il merito dello spettacolo va però anche agli organizzatori di Villa Ada che hanno portato questo gruppo incredibile e ci aspettano fino al 2 agosto con altri meravigliosi concerti. Rilanciamo per il 17 luglio con Little Steven and the Disciples of Soul, i pazzeschi gipsy Gogol Bordello (19 luglio), i raffinatissimi Kruder & Dorfmeister (23 luglio) e l’energia balcanica di Goran Bregović (24 luglio).
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