di FABIO CAMILLACCI/ Se la prima semifinale di andata di Coppa Italia, Lazio-Milan, ha deluso le attese, la seconda, Fiorentina-Atalanta, è stato uno spot pubblicitario fantastico per il calcio e per la stessa Tim Cup, troppo spesso snobbata e dimenticata, soprattutto dalle grandi. Quest’anno più di sempre. Merito di due squadre che giocano e fanno giocare. Due squadre in gran forma: 10 punti nelle ultime 6 partite di campionato. Per la Dea in A anche due k.o. di fila, ma in fondo resta un dettaglio: la sconfitta interna col Milan fu solo frutto di episodi sfortunati, quella esterna col Toro invece figlia del turnover proprio in chiave semifinale di Coppa Italia. Questa Coppa vale la stagione per entrambe: vincerla significherebbe fare la storia e assicurarsi un posto nella prossima Europa League. La Viola non la alza dal 2001, l’Atalanta addirittura dal 1963.
Ancora un rocambolesco 3-3 sulla ruota di Firenze: stavolta senza caos Var. Dopo il pareggio pieno di polemiche contro l’Inter, eccone un altro sullo stesso palcoscenico: lo stadio Artemio Franchi. In campo: gol, emozioni, spettacolo, giocate di classe, corsa, ritmo forsennato, errori. Sugli spalti: tanta commozione per il ricordo di Davide Astori morto quasi un anno fa (foto). Era il 4 marzo 2018. Parte meglio la sfacciata banda del Gasp, trascinata da un grandissimo Ilicic, che a Firenze per la verità non ha lasciato molti rimpianti: tanta classe ma giocatore a intermittenza. Però, quando il 31enne talento sloveno si accende sono guai per tutti. Sugli scudi anche il Papu Gomez che domenica in casa del Torino non ha giocato per un guaio ai flessori. Nella Dea sono loro due a fare la differenza. Risultato, la Fiorentina per una mezz’ora abbondante è in balia dei nerazzurri. Segnano Gomez e Pasalic ispirati dalle straordinarie giocate di Ilicic. La partita sembra segnata ma la Dea non sa gestire e continua ad attaccare. Così al 33′ minuto Palomino perde una sanguinosa palla sulla fascia destra, il solito Chiesa ne approfitta e riapre il match. Il pari dei gigliati arriva poco dopo: stavolta è Pasalic a perdersi Muriel che appoggia per Benassi, lasciato solo dal confuso Palomino, girata di destro e 2-2.
Il secondo tempo è una copia del primo, anche se il ritmo è più basso, e non poteva essere altrimenti. Però nella seconda frazione di gioco è la Fiorentina a fare l’andatura, anche se è ancora l’Atalanta ad andare a segno. Minuto 13: De Roon raccoglie un pallone da fuori area, prende la mira e fa partire un gran destro a giro, Lafont vola ma non può farci nulla. Per la Viola è un’altra mazzata. I padroni di casa fanno fatica a riprendersi, a riorganizzarsi. Ma non è finita. Muriel vince la sfida colombiana con Zapata e firma il 3-3 su lancio di uno scatenato Chiesa da destra. A oggi, il 21enne Federico Chiesa, figlio d’arte, è senza dubbio il miglior calciatore italiano della nuova leva. E così si riparte: De Roon ci riprova da fuori, stavolta però non va. Poi è ancora Chiesa ad avere un’altra buona occasione, la fallisce. Infine, al 92’ è l’Atalanta a sfiorare l’incredibile 4-3 con Hateboer che di testa fa tremare la traversa e le gambe del popolo fiorentino. Tra due mesi il ritorno allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. Ma domenica, sempre a Bergamo è in programma Atalanta-Fiorentina di campionato. Sarà ancora una volta spettacolo? Vedremo, intanto complimenti a entrambe le squadre. Se lo meritano queste due belle realtà italiane.
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