La cronaca nera registra anche oggi in Italia una serie di violenze sessuali o tentati stupri persino nel pieno centro delle città, nelle stazioni ferroviarie o sui treni. Il che significa che i servizi di sicurezza non sono più sufficienti a fronteggiare il fenomeno. Eccone una sintesi.
A Pavia un cittadino somalo di 32 anni è stato fermato dalla Polizia con l’accusa di essere il responsabile della violenza sessuale consumata la notte tra il 28 e il 29 aprile in piazza Carbonari, a Milano. Le indagini degli agenti della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura di Milano, sono scattate dopo la denuncia di una donna che, nella mattinata di sabato 29 aprile, ha riferito di essere stata vittima di una violenza sessuale commessa la notte precedente da uno sconosciuto. Costui l’aveva intercettata la sera prima in centro città e le aveva offerto assistenza e ospitalità nel proprio giaciglio di fortuna in quanto la vittima, anche lei senza fissa dimora, aveva espresso la necessità di trovare un riparo date le cattive condizioni del tempo. L’uomo, dopo aver guadagnato la fiducia della vittima, l’aveva condotta all’interno di una tenda nei giardini di piazza Carbonari e qui, approfittando della condizione di particolare fragilità della donna, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali.
Sempre a Pavia, in pieno centro, una ragazza di 24anni che stava tornando a casa è stata avvicinata in piano centro della città all’incrocio tra Corso Cavour e via Porta Marica da uno straniero che ha cercato di violentarla. La giovane ha reagito urlando e attirando l’attenzione di alcuni passanti che l’hanno soccorsa in tempo. Il presunto autore della violenza sessuale, un 33enne di nazionalità straniera, è stato fermato poco dopo da Carabinieri e Polizia e portato nel carcere di Torre del Gallo a Pavia.
Una ragazzina di 16 è stata sequestrata e violentata da uno sconosciuto a Latina. Secondo quanto riportato dal Messaggero, mercoledì pomeriggio la 16enne era insieme al fidanzato, anche lui 16enne, su una minicar in un’area industriale a Latina Scalo. Scesi dalla macchinetta, i due ragazzini sono entrati in un edificio abbandonato per appartarsi ma sono stati aggrediti da un uomo che li ha inseguiti fino all’auto dove avevano cercato di rifugiarsi. L’aggressore, forse un senza dimora, ha sferrato un pugno in piena faccia al ragazzino ed è montato sulla minicar sulla quale si trovava ancora la 16enne allontanandosi. Solo la mattina successiva la ragazzina è stata ritrovata su una strada di campagna in lacrime e portata in ospedale. Sono in corso da parte della polizia di Latina le ricerche dell’aggressore.
A Milano è stato arrestato ieri sera l’uomo che ha picchiato con violenza e stuprato la turista norvegese 36enne aggredita alla stazione di Milano nella mattinata del 28 aprile. Secondo i magistrati l’aggressore, senza fissa dimora e di origine marocchina, è pericoloso e potrebbe commettere altre violenze ed è stato, per questo, condotto in carcere. A carico dell’uomo, che ha provato a respingere le accuse, ci sono le inequivocabili immagini delle telecamere acquisite dagli inquirenti, comprese quelle filmate dall’interno dell’ascensore, dove si è consumata la violenza. La donna era pronta con i bagagli a prendere il treno e partire per Parigi quando è stata aggredita e trascinata dentro uno degli ascensori della stazione al cui interno si è consumata la violenza. Oltre allo stupro, è stata anche picchiata a sangue, mentre cercava disperatamente di chiedere aiuto e far suonare l’allarme.
Alle 5.45 la Polfer è stata allertata da una guardia giurata che aveva trovato la donna, in stato di shock, aggirarsi vicino alle biglietterie centrali. La vittima è stata quindi portata al Fatebenefratelli per le prime medicazioni e in seguito alla Mangiagalli, dove si trova l’Svs, il servizio che aiuta le vittime di violenze.
Ricordiamo che il fatto di cronaca di ieri si aggiunge ad una sequela episodi simili nella città lombarda. E sul treno che collega Milano a Bergamo, in pieno giorno, lo scorso 6 aprile una giovane donna è stata violentata nella carrozza del treno dopo essere stata lasciata sola con il suo aggressore dagli altri viaggiatori . L’aggressore comunque è stato successivamente identificato e arrestato pochi giorni fa.
L’orrore della violenza in pieno giorno su un treno usato da pendolari, studenti e lavoratori era stato già vissuto sul regionale 24531 che collega Varese a Milano nella mattina di mercoledì da una ragazza di 21 anni, che ha raccontato: “Un uomo mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un secondo mi ha immobilizzata, stretta tra il finestrino e un sedile. Per lo choc — ha raccontato al Corriere della Sera – ho perso conoscenza”.
Teatro della violenza, Al pronto soccorso di Treviglio, dove è stata portata dagli agenti della Polfer, la ragazza ha raccontato di essere stata avvicinata dal suo aggressore nel sottopasso della stazione di Porta Garibaldi: “Stavo cercando delle informazioni. Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.
Ma la violenza non si è verificata subito. Una volta salita sul treno che si ferma a Porta Garibaldi, la vittima si è accorta che l’uomo era salito sullo stesso convoglio: “Ho cercato altre persone per accertarmi di non aver sbagliato treno, finché, in un vagone, me lo sono ritrovato davanti. La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”. A quel punto, riporta il quotidiano, tutto è successo molto in fretta senza che lei potesse reagire. La ragazza ha subito lo stupro per dieci, interminabili, minuti, quelli che impiega il treno tra le fermate di Porta Garibaldi e Porta Vittoria.
Nel panico, la perdita dei sensi. “Quando ho ripreso conoscenza – ha raccontato – ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”. L’aggressore era già scappato quando le porte sono state chiuse dopo la richiesta di aiuto.
Terribile esperienza vissuta da una ragazza di 21 anni nella mattina di mercoledì nell’indifferenza generale.
“Mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un secondo mi ha immobilizzata, stretta tra il finestrino e un sedile. Per lo shok — viene riportato dal Corriere della Sera nell’edizione locale di Bergamo – ho perso conoscenza”.
Teatro della violenza, il regionale 24531 che collega Varese a Milano. Al pronto soccorso di Treviglio, dove è stata portata dagli agenti della Polfer, la ragazza ha raccontato di essere stata avvicinata dal suo aggressore nel sottopasso della stazione di Porta Garibaldi: “Stavo cercando delle informazioni. Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.
Ma la violenza non si è verificata subito.
Una volta salita sul treno che si ferma a Porta Garibaldi, la vittima si è accorta che l’uomo era salito sullo stesso convoglio: “Ho cercato altre persone per accertarmi di non aver sbagliato treno, finché, in un vagone, me lo sono ritrovato davanti. La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”. A quel punto, riporta il quotidiano, tutto è successo molto in fretta senza che lei potesse reagire. La ragazza ha subito lo stupro per dieci, interminabili, minuti, quelli che impiega il treno tra le fermate di Porta Garibaldi e Porta Vittoria.
Nel panico, la perdita dei sensi. “Quando ho ripreso conoscenza – ha raccontato – ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”.
L’aggressore era già scappato quando le porte sono state chiuse dopo la richiesta di aiuto.
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L’orrore della violenza in pieno giorno su un treno usato da pendolari, studenti e lavoratori.
La terribile esperienza vissuta da una ragazza di 21 anni nella mattina di mercoledì si snoda lungo le parole di un racconto che apre alla domanda su come tutto ciò sia potuto accadere nell’indifferenza generale.
“Mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un secondo mi ha immobilizzata, stretta tra il finestrino e un sedile. Per lo choc — viene riportato dal Corriere della Sera nell’edizione locale di Bergamo – ho perso conoscenza”.
Teatro della violenza, il regionale 24531 che collega Varese a Milano. Al pronto soccorso di Treviglio, dove è stata portata dagli agenti della Polfer, la ragazza ha raccontato di essere stata avvicinata dal suo aggressore nel sottopasso della stazione di Porta Garibaldi: “Stavo cercando delle informazioni. Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.
Ma la violenza non si è verificata subito.
Una volta salita sul treno che si ferma a Porta Garibaldi, la vittima si è accorta che l’uomo era salito sullo stesso convoglio: “Ho cercato altre persone per accertarmi di non aver sbagliato treno, finché, in un vagone, me lo sono ritrovato davanti. La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”.
A quel punto, riporta il quotidiano, tutto è successo molto in fretta senza che lei potesse reagire. La ragazza ha subito lo stupro per dieci, interminabili, minuti, quelli che impiega il treno tra le fermate di Porta Garibaldi e Porta Vittoria.
Nel panico, la perdita dei sensi. “Quando ho ripreso conoscenza – ha raccontato – ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”.
L’aggressore era già scappato quando le porte sono state chiuse dopo la richiesta di aiuto.
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E’ stato arrestato in serata l’uomo che ha picchiato con violenza e stuprato la turista aggredita alla stazione di Milano nella mattinata di ieri, 28 aprile.
Secondo i magistrati l’aggressore, senza fissa dimora e di origine marocchina, è pericoloso e potrebbe commettere altre violenze ed è stato, per questo, condotto in carcere.
A carico del 27enne, che ha provato a respingere le accuse, ci sono le inequivocabili immagini delle telecamere acquisite dagli inquirenti, comprese quelle filmate dall’interno dell’ascensore dove si è consumato l’orrore a danno della 36enne.
Quando è stato fermato, aveva indosso ancora gli abiti con cui aveva consumato lo stupro.
La donna, che viene dalla Norvegia, era pronta con i bagagli a prendere il treno e partire per Parigi quando è stata aggredita e trascinata dentro uno degli ascensori della stazione al cui interno si è consumato l’incubo. Oltre allo stupro, è stata anche picchiata a sangue, mentre cercava disperatamente di chiedere aiuto e far suonare l’allarme.
Alle 5.45 la Polfer è stata allertata da una guardia giurata che aveva trovato la donna, in stato di shock, aggirarsi vicino alle biglietterie centrali.
La vittima è stata quindi portata al Fatebenefratelli per le prime medicazioni e in seguito alla Mangiagalli dove si trova l’Svs, il servizio che aiuta le vittime di violenze.
Il fatto di cronaca di ieri si aggiunge ad una sequela che da tempo sta alzando il livello di allerta nella città lombarda. Solo meno di due mesi fa, il 6 marzo, un 23enne, anch’egli di origine marocchina e senza fissa dimora, è stato arrestato dopo aver ferito con un coltello sei passanti in una serie di rapine nelle strade vicino alla stazione.
E sul treno che collega Milano a Bergamo, in pieno giorno, lo scorso sei aprile una giovane donna è stata violentata all’interno di una carrozza, dopo essere stata lasciata sola con il suo aggressore nell’indifferenza generale. L’uomo è stato arrestato pochi giorni fa.
A dicembre, a Locate Triulzi, sempre nel milanese, una donna è stata vittima di violenza mentre stava facendo jogging nel parco vicino a Cascina Nesporedo.
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L’orrore della violenza in pieno giorno su un treno usato da pendolari, studenti e lavoratori.
La terribile esperienza vissuta da una ragazza di 21 anni nella mattina di mercoledì si snoda lungo le parole di un racconto che apre alla domanda su come tutto ciò sia potuto accadere nell’indifferenza generale.
“Mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un secondo mi ha immobilizzata, stretta tra il finestrino e un sedile. Per lo choc — viene riportato dal Corriere della Sera nell’edizione locale di Bergamo – ho perso conoscenza”.
Teatro della violenza, il regionale 24531 che collega Varese a Milano. Al pronto soccorso di Treviglio, dove è stata portata dagli agenti della Polfer, la ragazza ha raccontato di essere stata avvicinata dal suo aggressore nel sottopasso della stazione di Porta Garibaldi: “Stavo cercando delle informazioni. Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.
Ma la violenza non si è verificata subito.
Una volta salita sul treno che si ferma a Porta Garibaldi, la vittima si è accorta che l’uomo era salito sullo stesso convoglio: “Ho cercato altre persone per accertarmi di non aver sbagliato treno, finché, in un vagone, me lo sono ritrovato davanti. La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”.
A quel punto, riporta il quotidiano, tutto è successo molto in fretta senza che lei potesse reagire. La ragazza ha subito lo stupro per dieci, interminabili, minuti, quelli che impiega il treno tra le fermate di Porta Garibaldi e Porta Vittoria.
Nel panico, la perdita dei sensi. “Quando ho ripreso conoscenza – ha raccontato – ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”.
L’aggressore era già scappato quando le porte sono state chiuse dopo la richiesta di aiuto.
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L’orrore della violenza in pieno giorno su un treno usato da pendolari, studenti e lavoratori.
La terribile esperienza vissuta da una ragazza di 21 anni nella mattina di mercoledì si snoda lungo le parole di un racconto che apre alla domanda su come tutto ciò sia potuto accadere nell’indifferenza generale.
“Mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un secondo mi ha immobilizzata, stretta tra il finestrino e un sedile. Per lo choc — viene riportato dal Corriere della Sera nell’edizione locale di Bergamo – ho perso conoscenza”.
Teatro della violenza, il regionale 24531 che collega Varese a Milano. Al pronto soccorso di Treviglio, dove è stata portata dagli agenti della Polfer, la ragazza ha raccontato di essere stata avvicinata dal suo aggressore nel sottopasso della stazione di Porta Garibaldi: “Stavo cercando delle informazioni. Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.
Ma la violenza non si è verificata subito.
Una volta salita sul treno che si ferma a Porta Garibaldi, la vittima si è accorta che l’uomo era salito sullo stesso convoglio: “Ho cercato altre persone per accertarmi di non aver sbagliato treno, finché, in un vagone, me lo sono ritrovato davanti. La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”.
A quel punto, riporta il quotidiano, tutto è successo molto in fretta senza che lei potesse reagire. La ragazza ha subito lo stupro per dieci, interminabili, minuti, quelli che impiega il treno tra le fermate di Porta Garibaldi e Porta Vittoria.
Nel panico, la perdita dei sensi. “Quando ho ripreso conoscenza – ha raccontato – ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”.
L’aggressore era già scappato quando le porte sono state chiuse dopo la richiesta di aiuto.
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L’orrore della violenza in pieno giorno su un treno usato da pendolari, studenti e lavoratori.
La terribile esperienza vissuta da una ragazza di 21 anni nella mattina di mercoledì si snoda lungo le parole di un racconto che apre alla domanda su come tutto ciò sia potuto accadere nell’indifferenza generale.
“Mi ha afferrata e tirata verso di sé facendomi stendere con la forza sui sedili, in un secondo mi ha immobilizzata, stretta tra il finestrino e un sedile. Per lo choc — viene riportato dal Corriere della Sera nell’edizione locale di Bergamo – ho perso conoscenza”.
Teatro della violenza, il regionale 24531 che collega Varese a Milano. Al pronto soccorso di Treviglio, dove è stata portata dagli agenti della Polfer, la ragazza ha raccontato di essere stata avvicinata dal suo aggressore nel sottopasso della stazione di Porta Garibaldi: “Stavo cercando delle informazioni. Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.
Ma la violenza non si è verificata subito.
Una volta salita sul treno che si ferma a Porta Garibaldi, la vittima si è accorta che l’uomo era salito sullo stesso convoglio: “Ho cercato altre persone per accertarmi di non aver sbagliato treno, finché, in un vagone, me lo sono ritrovato davanti. La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”.
A quel punto, riporta il quotidiano, tutto è successo molto in fretta senza che lei potesse reagire. La ragazza ha subito lo stupro per dieci, interminabili, minuti, quelli che impiega il treno tra le fermate di Porta Garibaldi e Porta Vittoria.
Nel panico, la perdita dei sensi. “Quando ho ripreso conoscenza – ha raccontato – ho urlato più forte che potevo e gli ho sferrato un colpo sotto il mento. Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”.
L’aggressore era già scappato quando le porte sono state chiuse dopo la richiesta di aiuto.
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