Alla riunione di giunta, presieduta da Virginia Raggi, in cui fu deciso l’incarico a Romeo, presero parte gli assessori Baldassarre, Berdini, Marzano, Meleo, Minenna e Muraro. Oltre alla nomina di Romeo fu decisa, tra le altre, anche quella di Andrea Mazzillo, assessore al bilancio. Nella deliberazione di fatto si indicava la mansione di Romeo: “attività di supporto nell’ambito dell’Ufficio di diretta collaborazione della sindaca”. Per lo stipendio invece veniva usata questa formula: “trattamento economico lordo parametrato a quello dirigenziale terza fascia di retribuzione” legato al Contratto integrativo dei dirigenti di Roma Capitale. Una dicitura poco comprensibile ma che di fatto triplicava l’emolumento di Romeo. Inoltre l’atto non venne passato al vaglio del Gabinetto per verificarne la legittimità. Questo sostanzierebbe il presunto l’abuso contestato a Raggi e Romeo. Tuttavia bisogna aggiungere che poi la delibera venne sottoposta dal sindaco all’autorità Anticorruzione di Cantone, che ordinò la decurtazione dello stipendio di circa 20mila euro mensili.
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