di LUCA DELLA MONICA –
Ignazio Visco è stato riconfermato nella carica di governatore della Banca d’Italia. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto di nomina dopo la designazione all’unanimità da parte del Consiglio dei ministri su proposta del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Nonostante la inconsueta e pericolosa mozione parlamentare del Pd che, su esplicita pressione di Renzi, nei giorni scorsi invitava il governo a non riconfermare Visco (o forse proprio a causa di essa), Gentiloni e Mattarella hanno tirato dritto. A Renzi non è rimasto altro da fare che incassare il colpo. Però la vicenda ha fatto emergere una nuova spaccatura provocata dall’improvvida mossa del segretario Pd che mirava a scaricare su Visco tutte le responsabilità per i disastri verificatisi in diverse banche (tra cui l’Etruria, di cui è stato vicvd presidente il padre di Maria Elena Boschi). Il segnale più evidente è stato rappresentato dalle assenze di 4 membri “renziani” del governo alla riunione di oggi: quelle del ministro dello Sport, Luca Lotti, del ministro delle Infrastrutture, Del Rio, del ministro dell’Agricoltura Martina (che è anche vicesegretario del Pd) e, soprattutto, quella della sottosegretaria al Consiglio del ministri, Maria Elena Boschi, autrice o co-autrice della mozione voluta da Renzi contro Visco, alla quale Mdp aveva consigliato di non partecipare alla riunione per evitare il conflitto di interessi, visto che suo padre, da vicepresidente della Banca Etruria, era stato sanzionato proprio da Visco. La Boschi, come Delrio, si è data malata. Lotti e Martina assenti per altri impegni.
E’ stato, perciò, il ministro Dario Franceschini ad intervenire per dire: siamo in una situazione talmente complicata che propongo di accogliere la proposta del presidente Gentiloni senza aprire un dibattito. Ma al termine del Cdm gli altri ministri del Pd (oltre allo stesso Franceschini, anche Andrea Orlando, Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti e Marco Minniti) si sono fermati a lungo a discutere tra loro ed è emerso un forte disappunto per la scelta dei ministri renziani Martina, Lotti e Delrio di non partecipare alla riunione.
Insomma si è delineata una evidente spaccatura tra capo del partito di maggioranza e parte del governo, anche se Renzi minimizza affermando che i suoi rapporti con Gentiloni sono di lunga data: “L’ho difeso quando volevano estrometterlo dalle liste nel 2013, l’ho proposto ministro degli Esteri sorprendendo tanti nel novembre 2014, l’ho suggerito come presidente al mio posto nel 2016. Credo che abbia fatto bene il suo lavoro, sempre. Non condivido una sua scelta, quella di Visco, ma rispetto le sue funzioni di presidente del Consiglio. E abbiamo mille battaglie da fare insieme, ancora”.
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