di FABIO CAMILLACCI/ E’ stato un weekend di motori con una sola sentenza: Marc Marquez campione MotoGP con 3 gare d’anticipo. In Formula 1 invece è andata diversamente: Lewis Hamilton è costretto a rimandare la festa per il titolo Mondiale 2018. Ad Austin però non trionfa la Ferrari di Vettel, ma quella di Raikkonen. Il britannico della Mercedes chiude al terzo posto, Seb al quarto. La Ferrari dunque vince il GP degli Usa col finlandese che precede Verstappen e l’inglese. Per Lewis, è soltanto rimndato l’appuntamento col quinto campionato del mondo vinto in carriera. Manca solo l’aritmetica, dopo i tanti errori Ferrari e di Vettel. Il pilota tedesco e il Cavallino Rampante sono andati in tilt proprio sul più bello dopo la vittoria di Silverstone in casa di Hamilton. Un black out inspiegabile ma determinante e decisivo quello della Casa di Maranello. Un black out che fa rimandare al prossimo anno i sogni di gloria. La Ferrari non vince un Mondiale dal 2007 quando trionfò proprio col vincitore di oggi in America: Kimi Raikkonen.
Kimi torna sul gradino più alto del podio dopo 5 anni. Ad Austin ha vinto dunque la Ferrari di Kimi Raikkonen davanti a Max Verstappen e Lewis Hamilton. Niente da fare per l’inglese della Mercedes che stavolta, malgrado la pole, non ha tratto beneficio da una sosta anticipata per sostituire le gomme. La sosta supplementare ha dato invece via libera alla Ferrari del finlandese e alla Red Bull dell’olandese, e il quarto posto di Sebastian Vettel ha rinviato tutti i discorsi iridati (almeno) a Città del Messico domenica prossima. Il Mondiale mancato da Hamilton è la notizia più grande arrivata da Austin, accanto alla vittoria della Ferrari di Raikkonen: Kimi non vinceva dal GP d’Australia del 2013 e pertanto dopo 5 anni, a 4 GP dalla fine della sua storia col Cavallino, si è tolto una grande soddisfazione. E rinforzato i rimpianti della “Rossa” e di Vettel, che in questo weekend avrebbe potuto senza dubbio prendersi 25 punti per infastidire un po’ di più Hamilton. Ormai è andata, e a Maranello si lavora già per la prossima stagione.
Motomondiale: a Motegi per il Gran Premio del Giappone classe MotoGP, il “Marcziano” del motociclismo non si lascia scappare il primo match-point e cala il suo settebello Mondiale con 3 gare di anticipo. Marquez dunque festeggia proprio in casa della Honda il 3° titolo iridato di fila nella classe regina; e lo fa nel migliore dei modi, cioè vincendo la gara in terra nipponica. Settimo Mondiale (considerando anche i precedenti successi nelle altre classi) per la sfolgorante e giovane carriera dell’iberico: un predestinato delle moto da sempre, oggi 25enne. La sensazione è che i tanti supporters e fan di Valentino Rossi dovranno rassegnarsi all’idea di vedere Marquez agganciare e magari superare il fuoriclasse di Tavullia fermo a 9 Mondiali. Difficile invece arrivare a quota 15, ovvero il numero dei titoli vinti dal grande Giacomo Agostini. Un trionfo anticipato questo del 2018, favorito anche dalla scivolata del ducatista Andrea Dovizioso a 2 giri dalla fine quando era in scia del “Cabroncito”. Podio completato da Crutchlow e Rins. Valentino Rossi ancora una volta arriva ai piedi del podio ma ancora una volta dall’alto della sua immensa classe salva la disastrosa Yamaha. 7° il suo compagno di squadra Vinales.
Capitolo Dottore. Siamo alle solite: il risultato non è male, Valentino Rossi ha ottenuto il massimo ottenibile con questa pessima M1. Rimane il dato avvilente: non si può fare meglio di un quarto posto a oltre sei secondi dal vincitore, mai veramente in lotta nemmeno per il podio e quarto solo per le cadute di Dovizioso e Iannone. E’ chiaro che non si può essere soddisfatti di una prestazione così. E infatti al termine della gara Vale è avvilito: “Questa mattina nel warm up siamo riusciti a fare un passo in avanti con la moto e mi sono trovato un po’ meglio. La gara è andata come mi aspettavo: speravo di riuscire a lottare per il podio, ero ottimista, ma le due Suzuki e Crutchlow erano troppo veloci per me. Questo purtroppo è il nostro potenziale odierno. Qualcuno davanti è scivolato e ho preso almeno il quarto posto: buoni punti per il campionato. Credo di aver fatto una gara positiva, ho tenuto un buon passo fino alla fine. Ma ripeto, gli altri vanno più forte”.
Le prospettive per il finale di stagione. Alla domanda su cosa si aspetta dagli ultimi 3 Gran Premi 2018, Rossi ha risposto: “Più o meno così, anche se Phillip Island è una storia un po’ diversa: è un circuito molto, molto particolare per moto e gomme, speriamo di fare un po’ meglio. Ma per Malesia e Valencia le aspettative sono come quelle di oggi. In Thailandia eravamo riusciti ad andare meglio, speri sempre che possa andare bene: anche là avevo fatto quarto, ma eravamo vicini ai primi, per una serie di fattori. Ribadisco, purtroppo questo è il nostro potenziale di oggi: cerchiamo di tenere duro, ma così non si può vincere”. Ormai il Dottore è un disco rotto visto che da tempo ripete sempre le stesse cose a proposito dei limiti Yamaha: “Sì, è così, anche nelle riunioni tecniche del dopo gara: potrei mettere un registratore sul tavolo con la mia foto, le cose sono sempre quelle. Lo spieghi, lo rispieghi, lo rispieghi: evidentemente non è tanto facile migliorare, perché il livello è altissimo”. Infine dal centauro pesarese un laconico commento sul trionfo dell’acerrimo rivale spagnolo: “Marquez? Bravo, è quello che è andato più forte, se lo è meritato”. Archiviato il GP del Giappone, testa all’Australia: la gara di Philip Island è dietro l’angolo, si corre domenica prossima.
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