Il giudice Woodcock respinge l’accusa di violazione del segreto sull’inchiesta Consip

 

Il pm della Procura di Napoli Henry John Woodcock – sospettato di violazione del segreto d’ufficio sull’inchiesta Consip rivelando notizie al giornalista Marco Lillo del Fatto quotidiano – è stato sentito per circa sei ore dai colleghi della Procura di Roma Giuseppe Pignatone, Paolo Ielo e Mario Palazzi. Woodcock ha ribadito di essere estraneo alla fuga di notizie sulla inchiesta Consip da lui avviata.

In particolare il pm napoletano è sospettato di aver fornito al giornalista elementi  sulla iscrizione nel registro degli indagati  del ministro Luca Lotti, del comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e del comandante dei carabinieri della Legione Toscana, Emanuele Saltalamacchia, per rivelazione del segreto d’ufficio.

Sulla perquisizione subita da Marco Lillo (al quale è stato sequestrato anche il telefonino, come anche alla giornalista Federica Sciarelli, compagna di Woodcock), la deputata M5s Francesca Businarolo, membro della commissione Giustizia della Camera, ha annunciato di aver presentato una interrogazione alla Presidenza del Consiglio in cui fa riferimento alla minaccia alla libertà di stampa, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, e si chiede come mai per le principali testate giornalistiche che avevano già pubblicato alcune notizie, successivamente riprese da Lillo, non siano stati adottati provvedimenti analoghi.

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