di SERGIO TRASATTI/ A 13 anni dall’omicidio di Yara Gambirasio, era il 26 novembre 2010, i vestiti della 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo) e la traccia biologica trovata sui suoi abiti potranno essere solamente visionati o anche esaminati dalla difesa di Massimo Bossetti? Lo stabilirà la Corte di Cassazione, alla quale i legali del muratore di Mapello, condannato in via definitiva all’ergastolo, hanno presentato un nuovo ricorso. L’udienza per la sola visione dei reperti era stata fissata per lunedì 20 novembre, ma, il presidente della Corte d’Assise di Bergamo ha disposto il rinvio in attesa del pronunciamento della Corte Suprema, alimentando le speranze di Massimo Bossetti e dei suoi legali di arrivare alla revisione del processo. La questione è stata approfondita a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV. Intervistato da Fabio Camillacci e Gabriele Raho.
L’avvocato Claudio Salvagni ha spiegato: “Noi abbiamo sempre chiesto durante tutto il processo, fin dall’udienza preliminare che questo esame sul DNA fosse svolto in contraddittorio proprio per consentire alla difesa di dimostrare che quei risultati erano sbagliati e che il DNA di ‘Ignoto 1’ non è il DNA di Massimo Bossetti. Purtroppo questo non ci è stato mai consentito. Un anno dopo la chiusura del processo di merito, avanzammo una nuova richiesta di esame dei reperti e la Cassazione il 27 novembre 2019 ci autorizzò a esaminarli, non soltanto a guardarli. Poi però ogni nostra richiesta sulle modalità operative, cioè su come procedere per l’analisi, è sempre stata dichiarata inammissibile dalla Corte d’Assise di Bergamo. Ed è qui che comincia questo rimpallo giudiziario estenuante, basti pensare che siamo arrivati al settimo ricorso alla Suprema Corte. Ma la Cassazione nel maggio scorso, rispose che quel provvedimento del novembre 2019 è ‘intangibile, irrevocabile e deve essere eseguito’. Ecco il perché del nostro nuovo ricorso: non ci basta guardare i reperti, ma vogliamo esaminarli. Non a caso in Italia è in forte ascesa il numero degli innocentisti perché nel caso Yara-Bossetti il dubbio è sempre stato lacerante e molti ancora oggi si chiedono: perché la prova scientifica del DNA impedire di farla fare alla difesa dell’imputato? Voi dell’accusa se si siete così sicuri del risultato che timore avevate di farla fare a noi? E tutto questo continua ad alimentare il dubbio nell’opinione pubblica la quale continua a convincersi sempre di più che in carcere ci sia veramente un innocente. Me lo conferma Massimo Bossetti dicendomi che molte persone gli scrivono per esprimergli solidarietà e stargli vicino”.
Poi l’avvocato Salvagni ha rivelato di aver visto in questi giorni lo stesso Bossetti riportando le sue parole: “Ci siamo sentiti, ci siamo anche visti con Massimo dopo il rinvio dell’udienza del 20 novembre scorso. Da una parte Massimo Bossetti è contento del risultato che è stato ottenuto perché va proprio nella direzione della difesa. E’ come se si fosse aperta una crepa nel muro e noi siamo convinti che questa crepa diventerà un vero e proprio squarcio. E Massimo ovviamente è contento di questo; aspetta con ansia questa decisione della Corte, e mi ha detto ‘l’analisi di quei reperti consentirà di dimostrare la mia innocenza’. Naturalmente, tutti noi siamo d’accordo con lui e crediamo fortemente di poter arrivare a dimostrare la sua innocenza e a chiedere così la revisione del processo. Per quanto riguarda invece i tempi, la mia previsione è che con l’inizio del 2024, la Cassazione dovrebbe decidere e quindi di conseguenza la Corte d’Assise di Bergamo dovrebbe fissare l’udienza di lì a breve. Pertanto, verosimilmente parliamo di marzo-aprile 2024”.
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