A 68 anni “Zdengo” non ci pensa proprio ad andare in pensione. Adora questo lavoro, ama allenare, insegnare calcio ai più giovani. Ama l’odore dell’erba del campo, da quello di allenamento a quello degli stadi. Ama soprattutto l’erba del campo di allenamento. Perchè “Zemanlandia” è sempre stato un grande laboratorio di pallone, a volte un po’ alla dottor Stranamore, ma, spesso fucina di talenti e di bel gioco. Unico limite del “Boemo”, un limite grande, grandissimo: il fondamentalismo. Gioca nello stesso modo da sempre e contro ogni avversario: 4-3-3 con difesa altissima e mai seriamente addestrata, folle pressing, verticalizzazioni e triangolazioni veloci. Votato all’attacco e allo spettacolo, sempre. Soddisfazioni, tante. Trofei vinti, nessuno. Zeman è così: o lo ami o lo odi. Schiavo del suo dogma fideistico, mai schiavo del risultato.
Il “Boemo” riparte da Lugano. Zeman, smaltita la recente amarezza del doppio esonero di Cagliari, ha deciso dunque di portare in Svizzera il circo di Zemanlandia. Destinazione: il Lugano che milita in Super League, la Serie A elvetica. La decisione però l’ha presa dopo aver valutato altre possibilità, comunque sfumate. E così, Angelo Renzetti accelera per portare a Lugano Zdenek Zeman. Il presidente del club svizzero si incontra alle 16 di domenica con il tecnico boemo. Zeman è pronto ad accettare l’offerta. Il rinnovo biennale a Massimo Oddo ha fatto svanire la possibilità Pescara per l’ex allenatore di Roma e Cagliari, sondato in Serie B anche dalla Ternana negli ultimi giorni. Il club svizzero invece fa sul serio e ha pronta per Zeman una proposta da 350mila euro più premi per convincerlo a sbarcare sulla panchina di Cornaredo. Zeman ringrazia e accetta. In bocca al lupo “Zdengo”.
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